Nola: botte e minacce per diecimila euro, presi due emissari del racket

Nola: botte e minacce per diecimila euro, presi due emissari del racket
di Antonio Russo
Giovedì 14 Febbraio 2019, 09:54 - Ultimo agg. 10:21
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Diecimila euro in contanti: è quello che pretendevano tre estorsori da un imprenditore di Nola, senza esitare a ricorrere alle minacce, sia al telefono che di persona, ed anche ad un'aggressione fisica. Due componenti della banda sono stati arrestati dalla guardia di Finanza ed un terzo è stato sottoposto agli obblighi di firma. Poco prima del Natale scorso l'inizio della vicenda, quando i tre si sono presentati presso uno degli esercizi commerciali di un esercente della zona, chiedendo il pagamento di una tangente. Il rifiuto della vittima è stato immediato, ma i tre non si sono certo dai per vinti, ed hanno invece insistito nelle loro richieste.
 
E' partita allora l'opera di persuasione: i membri della gang hanno cominciato a telefonare ripetutamente alla loro vittima, oltre che ad aspettarla di persona, per insistere nella loro richiesta. La pressione estorsiva ha coinvolto anche la moglie dell'uomo, a sua volta fermata in strada e minacciata verbalmente. L'episodio più grave si è verificato tuttavia in una circostanza nella quale l'imprenditore si trovava in un locale pubblico, dove i tre lo avevano seguito. Due dei malviventi hanno dato schiaffi e pugni alla loro vittima, per poi allontanarsi. Abbastanza lievi fortunatamente le conseguenze per l'imprenditore, che i medici dell'ospedale di Nola hanno medicato, giudicandolo guaribile in pochi giorni. La vittima tuttavia non è rimasta certo inattiva e si è rivolta, già dopo la prima richiesta di denaro, alla guardia di finanza. A dirigere le indagini il capitano Rosario Pepe ed il tenente Filippo De Vito. In particolare dopo l'episodio delle percosse, gli inquirenti hanno capito che la situazione avrebbe potuto degenerare, ed hanno avuto il timore che i tre potessero aggredire nuovamente la vittima del reato o altri suoi familiari.

I finanzieri quindi hanno steso una relazione che hanno trasmesso in Procura, dove il pubblico ministero che sta seguendo le indagini ha chiesto al gip una misura cautelare per i tre. Il giudice ha condiviso i timori degli investigatori ed ha concesso la misura cautelare. Ieri mattina quindi sono scattati gli arresti: gli uomini delle Fiamme Gialle si sono presentati alle abitazioni di due dei tre uomini, i quali sono arrestati e condotti nel carcere di Poggioreale. Meno grave invece la posizione di un terzo soggetto, che era comunque presente ai vari episodi estorsivi, ma non ha partecipato all'aggressione fisica. Nei suoi confronti la misura adottata è stata l'oobbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Decisive le testimonianze delle persone che erano presenti al momento dell'aggressione e che hanno dato il loro contributo per la ricostruzione dei fatti.

Stando agli investigatori i tre non sembrerebbero collegati alla criminalità organizzata, non contestata l'aggravante di aver agito per conto di un clan camorristico. L'accusa per tutti è di concorso in tentata estorsione aggravata. L'operazione che i membri della banda hanno tentato di portare a termine in ogni caso è tipica della malavita organizzata, anche se portata a termine con modalità parzialmente diverse.
 
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