Antonio, 17 anni, ferito dai botti: «Ho perso tre dita, ma ho salvato i miei fratellini»

Antonio, 17 anni, ferito dai botti: «Ho perso tre dita, ma ho salvato i miei fratellini»
di Melina Chiapparino
Giovedì 2 Gennaio 2020, 23:01 - Ultimo agg. 3 Gennaio, 13:49
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Il nuovo anno è iniziato con una corsa in ospedale e le dita tranciate sulla mano sanguinante per Antonio, 17enne napoletano che ha raccolto dei botti inesplosi in strada. «Mio figlio voleva allontanare i petardi dalla nostra abitazione per proteggere i fratellini perché temeva potessero giocarci» spiega Alberto, il padre del minore che ieri mattina si è precipitato all’ospedale Vecchio Pellegrini. «Mio figlio temeva che potessi sgridarlo ma il gesto che ha fatto è stato un atto di amore e non potrei mai arrabbiarmi - aggiunge l’uomo- purtroppo non si è reso conto che quei petardi potevano ancora esplodere ma sono fiero di lui e dobbiamo farci forza pensando che poteva ferirsi ancora più gravemente». 
 


Antonio, come è avvenuta l’esplosione? 
«Erano le 8.30 del mattino e stavo rincasando dopo aver accompagnato la mia fidanzata a casa. Abito nel Rione Traiano, in via Marco Aurelio, e ho notato subito che, all’interno del palazzo, vicino le scale, c’erano due petardi. Il mio primo pensiero è stato per i miei fratelli di 7 e 8 anni che avrebbero potuto prenderli in mano o giocarci, perché erano a pochi passi dalla mia abitazione, perciò ho voluto spostarli». 

Poi cosa è accaduto? 
«Prima di avvicinarmi per gettare via i petardi ho citofonato a casa e ho avvertito mia madre della presenza di quei fuochi. Subito dopo, ho preso in mano il primo petardo e l’ho allontanato lanciandolo, così ho fatto anche per il secondo ma, appena l’ho raccolto, mi è scoppiato in mano. È successo immediatamente, appena l’ho toccato, senza che avessi il tempo di fare altro mi sono ritrovato ricoperto di sangue». 

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È sicuro di non aver manipolato i petardi provando ad accenderli? 
«Assolutamente sicuro. Non sono un ragazzo a cui piacciono i fuochi e la mia preoccupazione era semplicemente spostare quei petardi, troppo vicini alla mia abitazione. Non ho riflettuto su di me o sul gesto ma istintivamente ho immaginato che potessero essere un pericolo per i miei fratelli». 

A chi ha chiesto aiuto? 
«Dopo l’esplosione sono tornato a casa e mia madre è svenuta. Nonostante il dolore non ho mai perso conoscenza così abbiamo chiamato i soccorsi e poi mi ha raggiunto mio padre. Ricordo di non aver urlato e neanche pianto. Non volevo spaventare nessuno e non sono il tipo di persona che si agita. Immediatamente dopo il botto, ho pensato che forse avrei dovuto fare altro per allontanare quei petardi ma non saprei cosa. C’ero solo io e non potevo lasciarli vicino casa». 

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Come si sente ora? 
«Mi dispiace di aver fatto preoccupare la mia famiglia e le persona che mi sono intorno ma l’importante è che non mi sia accaduto qualcosa di ancora più terribile. Nell’esplosione ho avuto gravi danni a tre dita e credo che con l’aiuto delle equipe mediche del Vecchio Pellegrini potremo trovare delle soluzioni per la mobilità della mia mano. Non mi perdo d’animo, questo è sicuro». 
 

Cosa si sente di dire affinché questi episodi non si ripetano più? 
«Il mio appello è semplice: non bisogna mai raccogliere alcun tipo di petardo da terra, anche quei botti che sembrano banali o innocui possono essere estremamente pericolosi. Anche se le nostre intenzioni non sono quelle di accenderli o giocarci, come nel mio caso, non dobbiamo avvicinare nessuna parte del corpo ai botti». 

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Si pente dunque di aver spostato i petardi? 
«Mi pento di aver fatto qualcosa senza pensare che potesse essere pericolosa ma non mi pento di aver pensato ai miei fratelli e aver fatto qualcosa per loro e per difenderli. Se uno di loro avesse preso in mano quei petardi e gli fosse accaduto qualcosa, non me lo sarei mai perdonato. Forse, soprattutto tra noi giovani, ci sarebbe bisogno di più informazione». 

Cosa farà adesso? 
«Voglio tornare alla mia vita. Non ho paura e non sono spaventato ma voglio cercare di recuperare al più presto ciò che mi è stato tolto. Per questo mi impegnerò affinché questa situazione non cambi le mie abitudini e me stesso».
 

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