Niente nozze per colpa delle buche di Napoli: «Ma vorrei ringraziare l'autista del bus che mi ha salvato»

Niente nozze per colpa delle buche di Napoli: «Ma vorrei ringraziare l'autista del bus che mi ha salvato»
di Paolo Barbuto
Venerdì 1 Novembre 2019, 20:30 - Ultimo agg. 2 Novembre, 10:49
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Di fronte al muro di gomma del Comune che ha risposto di non poterla risarcire perché non c'è un'assicurazione, la turista di Reggio Emilia che si è ferita a Napoli, ha deciso di rivolgersi a uno studio specializzato in queste vicende, lo Studio3A che ha diramazioni in ogni parte d'Italia.

Sono passati tre mesi dall'evento ma la donna, che chiede di rimanere anonima, sta ancora pagando le conseguenze della caduta su quel marciapiede sgangherato di Corso Novara.

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Ci spiega cosa è accaduto?
«Dopo quattro giorni meravigliosi a Napoli stavo andando in stazione per tornare a Reggio Emilia, sono inciampata in un dissesto del marciapiede e mi sono fratturata entrambe le caviglie».

Cosa ha pensato in quel momento?
«Ho sperato che non fosse nulla di grave. Era la fine di luglio, il primo settembre avrei dovuto sposarmi».

Invece c'era qualcosa di grave.
«Mi hanno portato prima al San Giovanni Bosco dove, però, non c'era un presidio ortopedico. Poi mi hanno trasferito all'Ospedale del Mare dove mi hanno riscontrato le due fratture e mi hanno ingessata. Ho firmato per andare via, volevo tornare verso casa».

Ed è proseguito il calvario.
«Prima all'Ospedale Maggiore di Bologna, poi al Rizzoli, sempre a Bologna, specializzato in ortopedia. Mi hanno spiegato che la guarigione sarebbe stata lunga e dolorosa. Mi hanno chiarito che avrei dovuto rinunciare al matrimonio».

Cos'ha pensato?
«Mi è crollato il mondo addosso quando ho diffuso la notizia dell'annullamento del matrimonio. Più difficile è stato risarcire la sala che avevamo prenotato per il ricevimento e pagare una parte del viaggio di nozze già fissato, in Messico, sapendo di non poterci andare».

Poi ha pensato di chiedere un risarcimento.
«Ed è stato il momento più paradossale di questa vicenda. Il mio avvocato ha scritto più volte senza ottenere risposta, poi all'ultima ingiunzione ha ricevuto una risposta: il Comune di Napoli non ha un'assicurazione, non sappiamo cosa fare. Insomma, l'unica possibilità era di fare causa, perciò mi sono rivolta allo Studio 3A».

Che farà causa e andrà per le lunghe.
«Intanto io al matrimonio, per via dei danni economici che ho subito, non posso pensarci più per qualche anno».

Ce l'ha con la città di Napoli per quel che è accaduto?
«Io amo Napoli, l'ho visitata già quattro volte e ci tornerò. Non ce l'ho con Napoli ma con chi la amministra lasciando i marciapiedi così degradati e senza dotarsi di un'assicurazione».

Delusa, insomma.
«Solo dall'amministrazione, non dalla città. Anzi, posso chiedere al Mattino di lanciare un appello?».

Prego, faccia pure.
«Quando sono caduta l'autista di un bus s'è fermato, è sceso dal mezzo e mi ha aiutata: è corso a prendere del ghiaccio e mi è rimasto vicino fino all'arrivo dell'ambulanza. Non so come si chiama però vorrei ringraziarlo, mi aiutate a trovarlo?».

L'appello è lanciato, l'autista si faccia vivo che da Reggio Emilia c'è qualcuno che vuole ringraziarlo.

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