Concorso presidi, sotto inchiesta 13 commissari

Tra gli avvisi di garanzia spunta il nome della Iavarone, ora gli esclusi sperano nel posto

Maxi inchiesta sul concorso presidi
Maxi inchiesta sul concorso presidi
di Elena Romanazzi
Venerdì 25 Novembre 2022, 00:05 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 14:23
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Tredici funzionari del ministero dell’istruzione sono indagati per concorso in falso ideologico. Nel mirino della procura di Roma (pm Laura Condemi) i componenti delle sottocommissioni del concorso per dirigenti scolastici del 2017 già costellato di diverse sentenze amministrative (il Tar l’ha annullato), il Consiglio di Stato dopo il ricorso del Miur (ministro all’epoca a Marco Bussetti) l’ha salvato. E ora la notifica di 13 avvisi di conclusione delle indagini, atto che fa in genere da preludio a una possibile richiesta di rinvio a giudizio. Una inchiesta in piedi già da tempo e relativa alla correzione dei compiti. Numerosi i ricorrenti, sono circa 350 in Campania, 600 su tutto il territorio nazionale.

Si parte dai numeri. I candidati sono stati 34.850 e alla fine solo 3785 sono riusciti ad arrivare alla prova orale, tra questi 425 campani, per 2925 posti complessivi su tutto il territorio messi a bando. Il concorso per dirigente scolastico del 2017 si è caratterizzato per numerosi contenziosi, in buona parte ancora pendenti, concentrati principalmente sulla regolarità delle operazioni di correzione della prova scritta. In particolare, sono stati rilevate diverse criticità sia rispetto alla formazione delle commissioni, che al mancato rispetto dell’anonimato nella fase di correzione, nonché sul funzionamento del software fornito al Ministero dell’Istruzione da Cineca, del quale ancora oggi non si è riusciti ad ottenere copia integrale del Codice sorgente. Ed è proprio sull’inserimento dei dati che si è concentrata la Procura capitolina. 

Come è avvenuta la correzione? Su questo punto si è concentrata la procura di Roma. Le correzioni degli scritti devono avvenire in maniere collegiale. Come si evince dalla chiusura delle indagini che hanno portato ad emettere 13 avvisi di garanzia la collegialità non è sarebbe stata rispettata. Nel mirino i verbali. In pratica conterrebbero delle false attestazioni, dal momento che non risulta, durante la correzione, nessun accesso collegiale. O rispetto ai verbali gli accessi alla piattaforma Cineca sarebbero avvenuti in momenti diversi rispetto a quanto contenuto nel verbale finale. Le sottocommissioni nel mirino sono in tutto 9 e sei sono nel Lazio.

Andiamo per ordine di commissioni: 13esima sottocommissione Paola Quaresima (presidente) e Maria Luisa Iavarone (segretario); 14esima Alberto Gambino (presidente), Giuseppe Gentile (segretario) e Sabina Rago; 15esima sottocommissione Michele Palma (presidente) e Raffaella Migliavacca (segretario); 18esima Angela Tarabella (presidente) e Rosalba Costagliola D’Abele (segretario); 19esima Maria Vittoria Lumetti (presidente) e Paola Sorrentino (segretario); 20esima Francesco Giulio Beltrame (presidente) e Andrea D’Amore (segretario). 

«In sede amministrativa dopo l’accesso agli atti - rivela l’avvocato Guido Marone che rappresenta 300 ricorrenti - sono emersi fatti e circostanze a dir poco incredibili, come, ad esempio, la promozione di 4 docenti inizialmente bocciati, con la motivazione di un “mero errore materiale nella trascrizione del voto”, salvo poi verificare dagli atti che, invece, il voto di 3 di questi concorrenti era effettivamente sotto la soglia di promozione, e che solo per 1 di loro vi era stato effettivamente un errore di trascrizione». 

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È chiaro che di fronte a queste accuse - aggiunge Marone - è necessario che il Ministero preveda una soluzione per i danni che numerosi concorrenti hanno patito, e, considerato l’enorme numero di sedi di dirigenza affidate a reggenza, riattivi con urgenza il corso-concorso per coloro che hanno un ricorso pendente, sulla scorta di quanto già accaduto con la legge 107 del 2015, si consentirebbe, senza aggravio di costi, l’assegnazione di un dirigente scolastico per ciascuna scuola, così da migliorare l’offerta scolastica sull’intero territorio nazionale». 

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