«Mio figlio aggredito dai bulli: ho fatto la detective e dico a tutti di denunciare sempre questi vigliacchi»

«Mio figlio aggredito dai bulli: ho fatto la detective e dico a tutti di denunciare sempre questi vigliacchi»
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 18 Febbraio 2021, 11:10 - Ultimo agg. 16:20
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«Voglio parlare con le madri, con le loro madri. Alle donne che come me hanno a cuore i loro figli: provate a salvare i vostri ragazzi, prestate loro attenzione, perché ciò che è accaduto è fuori dalla grazia di Dio. Sette contro uno, coltelli e tirapugni, agire così è da vigliacchi».

Ospedale Santobono, scandisce bene le parole, misura la propria rabbia, si sforza di ragionare. Ha fatto la detective, la mamma del piccolo preso a botte dal branco di Pianura. Ha visto il viso tumefatto del suo ragazzino e il deserto attorno a lui. Ha indagato, ha preteso il nome di chi lo aveva picchiato con il tirapugni, si è rivolta ai carabinieri, fino ad ottenere l'apertura di un'inchiesta a carico di sette picchiatori under 18.

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Come si sente suo figlio?
«Siamo ancora in ospedale, ma il peggio è passato.

Ha subìto colpi all'orecchio, alla milza e agli occhi, ma la situazione - dicono i medici - è sotto controllo. Poteva andare peggio».

Cosa prova in questo momento?
«Frustrazione, rabbia, ma anche riconoscimento per il lavoro svolto dai carabinieri e per l'intervento di un automobilista. Parlo dell'uomo che ha visto a terra mio figlio e ha allontanato quel branco di vigliacchi».

Se la sente di mandare un messaggio a chi ha ridotto suo figlio in un letto di ospedale?
«Dico che hanno agito da vigliacchi. Tirapugni, coltelli, sette contro uno. Bullismo, senza una ragione. Lavoro in una zona bene del centro di Napoli, conosco le dinamiche giovanili, posso anche accettare un litigio, ma quella consumata contro un ragazzino indifeso è stata una vera rappresaglia. Da delinquenti, spero che ci sia una punizione adeguata, ma mi auguro anche che i loro genitori intervengano con decisione».

Come ha saputo del pestaggio subìto da suo figlio?
«Mi ha avvisato la preside della scuola, a sua volta allarmata dalla professoressa di mio figlio. Lo ha visto a terra, dolorante, mi hanno avvisato. Sono arrivata sul posto e ho detto che non potevo accettare che una cosa del genere finisse in questo modo».

Cosa ha fatto?
«Ho ricostruito quello che era accaduto, ovviamente nei limiti del possibile, sempre fidandomi degli inquirenti. Ho saputo che c'era stata una precedente aggressione, pochi giorni fa, minacce a colpi di coltello da parte del capo del branco. Ora spero che la giustizia faccia il suo corso».

Oltre a vedere suo figlio nel lettino di un ospedale, cosa l'amareggia di più?
«Penso al periodo che stiamo vivendo, tra Covid e crisi economica che si è abbattuta sulle nostre vite; penso alle difficoltà per mandare un figlio a scuola o al campo di calcio, per tenerlo lontano dalla strada, e mi cadono le braccia di fronte a un esercizio di violenza così ingiusto. Un'azione abnorme, che non avrebbe lasciato scampo a nessuno. Una rappresaglia consumata senza un motivo reale. Abbiamo letto dai siti che c'è stato un litigio sul campo di calcio, prima di una partita, non so cosa sia accaduto in concreto. Ho imparato a capire invece che il bullismo è un fenomeno grave, che si è abbattuto sulla vita di tanti ragazzi costretti al silenzio».

A cosa fa riferimento?
«Quello che è accaduto a mio figlio purtroppo non è un episodio isolato. Anzi. È una frontiera che appartiene a tante famiglie che, specie in certi quartieri, subiscono in silenzio. Invece, bisogna denunciare, bisogna rivolgersi alle forze dell'ordine, pretendere il ripristino della legalità, perché questi traumi non vanno più via».

Cosa le ha detto suo figlio?
«Mi ha detto che non poteva fare nulla, che non poteva reagire. Che era a terra, circondato da sette persone, che cercava di difendersi dai colpi. Uno contro sette, un'azione da vigliacchi su cui i loro genitori dovrebbero intervenire». 

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