Undici ottobre 2019, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nel corso di un'intervista radiofonica spiega che da settembre 2020 i trasporti a Napoli avranno un'eccezionale svolta: parla sulle ali dell'entusiasmo per i nuovi convogli della Metropolitana e giura che sul fronte dei trasporti pubblici, noi napoletani a partire dalla fine del 2020 «nel mondo saremo secondi solo al Giappone».
Autunno 2020, la classifica mondiale dei trasporti non è ancora stata predisposta ma Tokyo non trema. A Napoli il trasporto pubblico ha appena varato un piano di ridimensionamento del 20% delle corse, destinato purtroppo a crescere con il passare del tempo.
Anzi, la vera fotografia della debacle dell'Anm e dell'Amministrazione arancione, sono le fotografie che gli autisti postano a ripetizione sulle loro chat. I bus dovrebbero essere pieni al 50% ma siccome le corse sono ridotte, i passeggeri vanno all'assalto. Un autista dovrebbe bloccare il bus e rifiutarsi di partire se c'è troppo affollamento ma «io non me la sento di lasciare le persone per strada sotto la pioggia sapendo che il prossimo passaggio ci sarà, forse, fra un'ora - scrive su Facebook un autista arrabbiato - li faccio salire anche se è una follìa sul fronte della tutela sanitaria».
Ecco quel che accade, l'azienda taglia personale e corse, la Giunta taglia i fondi, ma per strada restano gli autisti che spesso si prendono parolacce e aggressioni verbali, talvolta decidono che si può derogare alle norme altrimenti la gente non arriva per tempo al lavoro.
Se volete realmente comprendere cosa significa l'assalto al bus, provate a fare un salto allo stazionamento di Mergellina di buon mattino: siccome l'Anm ha chiuso la funicolare, i passeggeri (quasi tutti uomini e donne di servizio nelle case di Posillipo) vanno a caccia del bus sostitutivo e poiché hanno fretta, perché non possono far tardi al lavoro, si accalcano come sardine. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato una foto di quella ressa che, erroneamente, abbiamo attribuito allo stazionamento di piazzale Tecchio: ce ne scusiamo con i lettori. L'azienda, invece, dovrebbe scusarsi con quei passeggeri.
I sindacati hanno lottato sul fronte delle casse integrazioni (ottenendo un anticipo dei fondi per non lasciare in difficoltà i colleghi) e su quello degli interinali (ottenendo la promessa di un reintegro a partire da gennaio) ma non hanno potuto far nulla sui ridimensionamenti. Sicché oggi c'è una contestazione vivace alle scelte aziendali e alle costanti riduzioni di corse e orari.
In campo, al fianco dei sindacati, è sceso il Pd con il segretario provinciale Marco Sarracino e il capogruppo in consiglio comunale Aniello Esposito; i due hanno firmato un documento assieme a Alfonso Langella (Fit-Cisl), Amedeo D'Alessio (Filt-Cgil), Antonio Aiello (Uilt) e Edoardo Leongito (Ugl): «Siamo estremamente preoccupati per lo stato del trasporto pubblico locale. Il bilancio previsionale presentato dal sindaco di Napoli prevede tagli per circa 18 milioni di euro che, sommati ai circa 20 milioni di perdita di esercizio di Anm dovuti all'emergenza Covid, mettono a serio rischio centinaia di lavoratori oltre che minare la già precaria efficienza del servizio. Nel Dup viene inoltre nei fatti liquidata la Napoli Holding su cui il sindaco aveva costruito la sua idea di gestione delle partecipate del trasporto. Davanti a questi dati, non si può che ritenere fallimentare la politica di gestione del trasporto pubblico locale di questa amministrazione comunale. Ci impegniamo dunque ad una proficua ed efficace collaborazione tra sindacati e Partito Democratico poiché riteniamo che il trasporto pubblico debba essere una priorità strategica per chi governa le nostre comunità».