Business datteri di mare,
​scatta la ricettazione in penisola

Business datteri di mare, scatta la ricettazione in penisola
di Ciriaco M. Viggiano
Martedì 23 Aprile 2019, 12:43
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Partono da Castellammare e dalla penisola sorrentina. Da lì arrivano sulle tavole di professionisti, sui banchi delle pescherie e persino nelle cucine di alcuni ristoranti stellati. Non solo a Napoli, ma anche in Puglia, Lazio, Toscana, Liguria, Lombardia, Piemonte e addirittura al confine con la Francia. Ammontano a diverse tonnellate i datteri di mare illegalmente prelevati dai fondali tra Vico Equense e Massa Lubrense e smistati in tutta Italia attraverso una rete capillare che coinvolge pregiudicati, pescatori di frodo e ragazzini poco più che adolescenti.

I CANALI
Ad alimentare questo business da centinaia di migliaia di euro è un'organizzazione malavitosa sulla quale Procura di Torre Annunziata e Capitaneria di porto di Castellammare intendono presto chiudere il cerchio. L'ipotesi sulla quale si lavora è quella dell'associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale e al danno irreversibile ai fondali della Terra delle Sirene. Le indagini svolte dal nucleo di polizia giudiziaria della Guardia Costiera stabiese, diretta dal comandante Ivan Savarese, stanno facendo luce sui canali attraverso i quali i datteri di mare vengono illegalmente smerciati in tutta Italia. A pescarli sono spesso pregiudicati in odore di camorra che non esitano a devastare nottetempo le rocce calcaree del banco di Santa Croce e di punta Scutolo a Vico Equense, del Capo di Sorrento e di punta Campanella a Massa Lubrense.
Da qui i «piselli» o «pisellini», come i datteri sono definiti dai pescatori di frodo a seconda delle dimensioni e della freschezza, vengono riposti in sacchi di plastica e affidati a ragazzi, spesso minorenni e insospettabili, che li caricano sui propri scooter per trasportali e occultarli nei depositi dell'hinterland stabiese. Il tutto mentre altri membri dell'organizzazione monitorano la presenza delle forze dell'ordine lungo la statale Sorrentina.

LA RETE
È poi una rete di corrieri a effettuare le consegne in tutta Italia. A quale prezzo? Fino a 150 euro al chilo nei periodi in cui la domanda è più forte, come a Natale. Il quartier generale è piazza Spartaco, nel centro di Castellammare: è qui che i vertici dell'organizzazione stabiliscono i quantitativi di datteri da prelevare, pagano i pescatori di frodo, smistano la merce in ogni angolo del Paese e incassano proventi che superano i 700mila euro l'anno. Indiscrezioni parlano di circa mille persone tra le quali figurano vip e malavitosi che, mettendo a tavola frutti di mare proibiti, puntano ad accreditarsi agli occhi di amici e sodali. Ai consumatori occasionali i magistrati sono pronti a contestare la ricettazione; per quanti si riforniscono sistematicamente di molluschi proibiti, invece, si ipotizza un ruolo da veri e propri fiancheggiatori dell'organizzazione.
Per dare un volto e un nome ai promotori di questo business criminale gli uomini della Capitaneria di porto stanno intensificando verifiche e controlli, tanto da meritare le «attenzioni» di alcuni indagati. Un militare si è ritrovato l'auto imbrattata con la scritta «Devi morire», mentre un altro è stato recentemente minacciato in modo non troppo velato: «Ricorda che anche tu hai una famiglia».
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