C'era una volta il laghetto nel parco di San Giovanni a Teduccio

C'era una volta il laghetto nel parco di San Giovanni a Teduccio
di Alessandro Bottone
Sabato 17 Marzo 2018, 16:55 - Ultimo agg. 18 Marzo, 08:30
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Del laghetto nel enorme parco Troisi di San Giovanni a Teduccio resta soltanto una vasca vuota. La pioggia la riempie ogni volta per qualche centimetro. Così cartacce, buste e altra spazzatura galleggiano e si accumulano sul fondo. Anche i cestini portarifiuti sono stati lanciati all’interno, ormai piegati e arrugginiti.
 



“Punto di particolare attrazione nella zona” si legge sul sito del Comune di Napoli, proprietario e gestore del parco pubblico. Centoventimila metri quadrati di verde, un polmone a ridosso del quale insistono migliaia di edifici, principalmente case popolari costruite dopo il terremoto del 1980. Il parco stesso viene realizzato in quegli anni.

Risistemare l’impianto del laghetto artificiale non è semplice. Servono risorse che l’amministrazione comunale non ha a disposizione. Uno specchio d’acqua di ottomila metri quadrati, il laghetto fungeva da vasca di accumulo delle acque d'irrigazione. Migliaia di metri cubi di acqua da depurare e rimettere in circolo. Nel frattempo qualcuno ha pensato alla pista di pattinaggio, tra le diverse idee, come soluzione per recuperare l’area.

L’acqua che attualmente si vede nella vasca, in realtà, arriva anche da una copiosa perdita d’acqua che proviene dalla collinetta. Un problema già segnalato stando a quanto dicono i custodi dell’area. Basta avvicinarsi all’aiuola e passare sul prato per capire quanta acqua c’è sotto.

«Noi siamo per il ripristino del laghetto com’era. Siamo per valorizzarlo con un gioco di luci per farla diventare un’attrazione turistica come altrove» dice Marco Sacco del comitato civico di San Giovanni a Teduccio. «L’idea è riqualificarlo e non stravolgere il progetto originale del parco». «I vespasiani – sottolinea Sacco - sono completamente distrutti: una contraddizione perché nel parco ci sono diversi custodi e non c’è una vera e propria sorveglianza. Sarebbe necessaria una riorganizzazione della vigilanza della struttura».

Adiacente al parco c’è la sede della VI Municipalità. A due passi gli uffici della Polizia di Stato e quelli dei Carabinieri. Non basta contro i vandali che hanno divelto le colonnine “SOS” - per le chiamate di emergenza in caso di malore di chi pratica sport – e distrutto i locali destinati ai bagni. Anche tanti lampioni sono stati danneggiati. Nemmeno i custodi vivono giornate tranquille: quando hanno chiesto ad alcuni ragazzi il rispetto del regolamento – che vieta di introdurre le biciclette più grandi – sono stati aggrediti con un lancio di pietre nel casotto.

«Area videosorvegliata» si specifica su diversi cartelli.
Ma il sistema è fuori uso perché le telecamere sono state tutte scippate e rubate. Restano solo i cavi e a volte nemmeno quelli. Lo dice con rabbia e amarezza un uomo sulla 40ina che fa jogging tra i vialetti: «Stiamo rovinati» commenta indicando il degrado nella vasca.

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