Fortuna e gli altri, tutti gli orrori del Parco Verde. Nelle intercettazioni la verità sulla morte della piccola

Fortuna e gli altri, tutti gli orrori del Parco Verde. Nelle intercettazioni la verità sulla morte della piccola
di Leandro Del Gaudio
Sabato 27 Dicembre 2014, 10:02 - Ultimo agg. 28 Dicembre, 09:18
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No, dice di no, che non è stato lui, che quella bambina non l’ha mai sfiorata con malizia, che in questa ed altre storie di pedofilia davvero non c’entra. Eppure, la sua versione non ha convinto il giudice, che alla fine lo ha tenuto in cella. Mercoledì mattina è toccato al gip Buccino Grimaldi firmare un ordine di arresto a carico di un napoletano di 38 anni (pur non convalidando il fermo per mancanza di pericolo di fuga), con un’accusa da brividi: violenza sessuale nei confronti di una ragazzina di dodici anni. Quadro indiziario solido, dunque. Ipotesi choc, specie se calata in un contesto a rischio, in quel palazzone del parco Verde di Caivano, lo stesso nel quale è stata uccisa - dopo un probabile volo dai piani alti - la piccola Fortuna Loffredo.

Un arresto, accuse da brividi nei confronti di un presunto pedofilo.

Roba che, se fosse vera, basterebbe a confermare un dato: in questo edificio alle porte di Napoli, Fortuna non è stata l’unica bambina ad aver conosciuto il male per mano degli adulti. No, pare che in questa storia, lei non sia stata l’unica vittima: uccisa lo scorso 24 giugno a soli sei anni, aveva subìto abusi come hanno puntualmente ricostruito i consulenti della Procura, in uno scenario che costringe gli inquirenti a lavorare a ritroso. A scavare nella cronaca di un recente passato, a partire dal 27 aprile del 2013, quando sulla strada dello stesso condominio popolare viene trovato il cadavere del piccolo Antonio Giglio. Aveva su per giù la stessa età di Fortuna, era un suo amichetto di giochi, la sua morte - sulle prime - venne attribuita ad un evento accidentale. Eppure, oggi è facile immaginare che anche quella di Antonio sia una storia tutta da esplorare. Come il caso del 38enne arrestato lunedì scorso.

Inchiesta coordinata dal procuratore di Napoli Nord Francesco Greco, al lavoro i pm Federico Bisceglia e Claudia Maione, ora c’è un terzo caso su cui si sono spostati i riflettori, la storia di una bambina probabilmente abusata. Tre vicende diverse, almeno da un punto di vista formale, ma le suggestioni in questa trama di cose non dette e silenzi omertosi sono evidenti: Antonio era l’amichetto di Fortuna, mentre l’uomo che avrebbe abusato della dodicenne è stato il primo a soccorrere Fortuna, dopo un probabile volo dall’ottavo piano. Un atteggiamento apparso sospetto fin dall’inizio, quello dell’inquilino del palazzo degli orrori, come più volte sottolineato - anche di recente - da Domenica Guardato, la mamma di Fortuna: fu rapido, il 38enne, a sollevare la piccola e portarla al pronto soccorso, per una inutile corsa all’ospedale. Un gesto istintivo, quello del primo soccorritore? Un tentativo disperato in automatico o - come pure sospetta qualcuno da queste parti - il tentativo di costituirsi un alibi e allontanare le prime indagini? Formalmente al momento non ci si sono accuse nei confronti del 38enne per la morte di Fortuna, che resta un caso irrisolto, con un fascicolo ancora aperto.

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