Calcinacci su paziente: Rianimazione evacuata all'ospedale di Nola

Calcinacci su paziente: Rianimazione evacuata all'ospedale di Nola
di Carmen Fusco
Martedì 12 Febbraio 2019, 07:00
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Nella giornata mondiale del malato crolla il solaio nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Nola, inaugurato appena due anni fa. A causare l'incidente i lavori di ristrutturazione dentro un bagno del reparto di cardiologia che, stando ai primi accertamenti, avrebbero provocato la rottura di una tavella e quindi la caduta dei calcinacci al piano di sotto. Al momento del cedimento nel reparto di rianimazione erano presenti 7 pazienti oltre al personale sanitario, che si è subito attivato per soccorrere gli ammalati che però non hanno subìto danni. Nessuno tranne una donna di 40 anni il cui letto si trovava proprio in corrispondenza del punto in cui è avvenuto il crollo. Nemmeno per lei però ci sono stati problemi. La paziente, ammalata di polmonite, aveva superato le crisi convulsive che avevano determinato il suo ricovero in rianimazione e stava per essere ricoverata in un altro reparto quando le pietre che si sono staccate dal soffitto le sono cadute addosso. Per lei sono stati immediatamente disposti tutti gli esami diagnostici per scongiurare ogni tipo di conseguenza, ma le analisi hanno escluso danni. «La signora sta bene», assicurano infatti i medici che l'hanno in cura.
 
Sono stati attimi di tensione e di paura che poi hanno ceduto il passo alla frenetica attività predisposta per mettere in sicurezza i pazienti. Il crollo è avvenuto ieri mattina, proprio mentre il vescovo di Nola Francesco Marino si trovava al terzo piano per celebrare la messa in occasione della giornata mondiale del malato. Con lui gran parte della dirigenza del Santa Maria della Pietà. Il tonfo non si è sentito, ma di certo non sono passate inosservate le facce bianche come quelle dei camici di chi si trovava dentro quando sono cominciate a cadere pietre dal soffitto. A dare l'allarme sono stati gli stessi medici di turno in quel momento: hanno allertato i vertici dell'ospedale e dell'azienda sanitaria locale e si sono attivati per evitare ogni disagio ad ammalati già in gravi condizioni di salute. «Le persone ricoverate in reparto - spiega il primario della rianimazione Umberto Vincenti - sono state subito messe in sicurezza. Per loro ho infatti disposto il trasferimento nella sala operatoria, dove l'ambiente è asettico e dove sono tutte monitorate. Ovviamente una sistemazione temporanea nell'attesa di trovare ospitalità nei reparti di rianimazione degli altri ospedali della regione. Per il reparto, invece, ho chiesto una immediata perizia». E nel pomeriggio di ieri alcuni pazienti sono stati già ricoverati a Castellammare. Intanto a Nola con una delle sale occupata per fronteggiare l'emergenza sono stati sospesi tutti gli interventi chirurgici programmati mentre le urgenze saranno comunque garantite grazie al funzionamento di un altro blocco operatorio.

Intanto il reparto di rianimazione resta off-limits. Ci vorrà del tempo prima che la situazione possa tornare alla normalità. Oltre a riparare il danno e a ripulire i locali dalla polvere e dai calcinacci sarà necessaria una verifica delle condizioni statiche degli ambienti che è stata già disposta dal direttore generale dell'Asl Napoli 3 Sud, Antonietta Costantini. «Sono corsa subito a Nola - spiega il manager - per verificare le condizioni dei pazienti. Per fortuna non ci sono state conseguenze, ma mi è dispiaciuto vedere quale che è accaduto in un reparto inaugurato da poco come quello della rianimazione».

Non c'è pace, insomma, in un nosocomio che ogni giorno è costretto a fare i conti con un imprevisto o con un'emergenza più o meno grave. Nei giorni scorsi a creare disagio e lamentele anche il guasto alla Tac, mentre nelle scorse settimane a tenere banco furono le polemiche dei medici in servizio al pronto soccorso alle prese con le difficoltà ad organizzare i turni per via della carenza di camici bianchi. Acqua passata. Almeno per il momento. Ora, infatti, il problema serio resta quello del reparto di rianimazione fuori uso in un territorio dove l'ospedale Santa Maria della Pietà rappresenta il punto di riferimento per oltre 550 mila cittadini.
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