Una piccola fabbrica di calzature allestita in un locale interrato, di 70 metri quadrati, ad Aversa: non autorizzata, ma dotata di una timbrotallonetta, due banchi da lavoro, una apparecchiatura tipo “spazzola” per l’aspirazione delle emissioni prodotte e un forno utilizzato per la cottura-assestamento delle scarpe. Scoperta e sequestrata assieme a un bustone colmo di materiale utile per la realizzazione dei mocassini, un'apparecchiatura per la loro realizzazione, una pressa per scarpe, una trancia pellami, due 2 cucitrici e una siberiana utilizzata per la realizzazione della parte posteriore delle calzature nonché un compressore utilizzato per la colorazione delle scarpe e diverse tipologie di rifiuti speciali pericolosi costituiti da imballaggi contenenti residui di sostanze tossiche (vernici, colle, coloranti), oltre a rifiuti speciali costituiti da scarti di lavorazione del tipo stoffa e pelli e imballaggi in carte e cartone.
Non bastasse, tutto il garage trasfomato in “calzaturificio artigianale” è risultato caratterizzato da forti emissioni di colle e solventi e di polveri che rendevano l’area irrespirabile.