Camorra a Napoli, la faida di Ponticelli: tre bombe in quattro giorni, il quartiere è sotto assedio

Camorra a Napoli, la faida di Ponticelli: tre bombe in quattro giorni, il quartiere è sotto assedio
di Luigi Sabino
Sabato 15 Maggio 2021, 10:00 - Ultimo agg. 16 Maggio, 10:16
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Tre bombe e una sparatoria in meno di settantadue ore. È il tragico bilancio della nuova guerra di camorra esplosa tre le cosche di Ponticelli, quartiere alla periferia orientale di Napoli, per il controllo degli affari illeciti. Una guerra senza esclusione di colpi che sta terrorizzando un'area popolosa della città e che ha spinto il senatore Sandro Ruotolo a parlare di «emergenza nazionale». L'ultimo episodio, giovedì sera, poco dopo le 23 quando alla centrale operativa delle forze dell'ordine, è arrivata la telefonata di un residente che segnalava un forte boato nella zona di via Camillo De Meis, all'interno del rione De Gasperi. Sul posto, in pochi minuti, sono arrivate le volanti dell'Ufficio prevenzione generale della Questura di Napoli. Dai primi rilievi si è scoperto che l'esplosione non aveva causato danni a persone o cose e, anzi, non sono state trovate nemmeno tracce della deflagrazione. Unica prova dell'attentato, un forte odore di zolfo, percepito dai poliziotti al momento del loro arrivo. Secondo gli esperti, a esplodere, sarebbe stato, quindi, una sorta di grosso petardo, dal potenziale distruttivo inferiore rispetto agli ordigni fatti brillare nei giorni precedenti in via Lombardi Vera e in un parcheggio di via Esopo

Non diverso, invece, sarebbe lo scenario in cui collocare questo episodio, ossia lo scontro tra il clan De Martino e il cartello criminale formato dai gruppi Casella, De Luca Bossa e Minichini, uniti da un patto di sangue benedetto anche dai padrini dell'Alleanza di Secondigliano. Sono questi ultimi, spiegano le forze dell'ordine, ad aver scatenato l'offensiva contro gli avversari del rione Fiat, rompendo la fragile tregua che era stata sancita all'indomani degli arresti di Nicola Aulisio e Giuseppe Righetto, entrambi ritenuti esponenti di spicco del sodalizio Casella. I due, al termine di una complessa attività investigativa, furono ammanettati con l'accusa di essere, a vario titolo, responsabili dei tentati omicidi di Rodolfo Cardone e Rosario Rolletta, entrambi vicini alla cosca De Martino. La loro cattura, arrivata a distanza di pochi giorni da un altro fatto di sangue, l'agguato in cui fu ucciso Giulio Fiorentino e in cui fu gravemente ferito Vincenzo Di Costanzo, anche loro vicini agli XX, mise un freno all'avanzata dei Casella e dei loro alleati nel territorio dei De Martino.

Il timore di nuovi arresti, riferiscono gli investigatori, avrebbe, quindi, spinto le cosche a trovare un'intesa, sebbene momentanea. Intesa che, però, nelle ultime ore è nuovamente saltata con i ras del rione Fiat finiti, ancora una volta, nel mirino degli avversari che, questa volta, sembrano intenzionati a chiudere definitivamente la partita ricorrendo finanche alle bombe. 

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Un attacco in piena regola, iniziato lunedì notte quando un ordigno rudimentale ha distrutto la Smart di Francesco Clienti, vecchio affiliato alla cosca Sarno e parente acquisito di un soggetto legato ai De Martino. L'esplosione, come scoperto dagli investigatori, fu preceduta da una raffica di proiettili sparati in via Lombardi Vera. Nemmeno ventiquattro ore dopo e un nuovo boato scuote la notte di Ponticelli. Da un cavalcavia della statale 162 alcuni ignoti lanciano una bomba carta in un parcheggio di via Esopo danneggiando otto veicoli in sosta. È la stessa strada dove, meno di due mesi fa, fu ammazzato Fiorentino. Ieri, quindi, l'esplosione di via Camillo De Meis, zona considerata sotto il controllo degli Schisa, altro sodalizio ritenuto legato alle famiglie Casella, Minichini e De Luca Bossa. Possibile, quindi, che quest'ultimo attacco sia la risposta dei De Martino e ciò spiegherebbe anche il diverso tipo di ordigno utilizzato. Ad ogni modo, quanto accaduto, è l'ennesima dimostrazione di come lo scontro sia ormai fuori controllo. Una escalation che ha destato preoccupazione al punto che c'è chi già, come il senatore Ruotolo, invoca l'emergenza nazionale. «A Ponticelli - afferma l'esponente del Gruppo Misto - non è il Covid a fare paura ma le bombe. Le persone non possono e non devono essere lasciate sole. Devono mobilitarsi le istituzioni, ma dobbiamo mobilitarci anche noi che siamo la società civile. Mi aspetto più polizia in strada, ma anche più telecamere, più investimenti per la scuola, la formazione, il lavoro, più sostegno alle associazioni attive sul territorio per contrastare i clan. Ci sono in giro criminali che non esitano a lanciare bombe. Ci sono tutti i motivi per essere allarmati e credo che il governo può, e deve inviare rinforzi alle donne e agli uomini impegnati nel contrasto alla criminalità. Se c'è una emergenza e a Ponticelli è una emergenza nazionale bisogna affrontarla in maniera adeguata, schierando ancora di più tutte le forze disponibili».

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