Tutto da rifare nel processo a carico di Vincenzo Aprea, l’uomo ritenuto dagli inquirenti il braccio destro del super narcos Raffaele Imperiale. E’ quanto deciso, questa mattina, dalla IV sezione della Corte di Cassazione che ha annullato con rinvio la precedente sentenza di condanna emessa nel maggio dello scorso anno.
Pienamente accolte, dunque, le argomentazioni del difensore di Aprea, il penalista napoletano Luigi Senese, argomentazioni che, già in passato, avevano portato benefici al suo assistito.
Eppure, la vicenda in cui Aprea era rimasto coinvolto aveva destato enorme scalpore negli ambienti investigativi. L’uomo, infatti, era stato arrestato quasi dieci anni fa dalla polizia francese nel corso di un’operazione antidroga che aveva portato allo straordinario sequestro di oltre una tonnellata di cocaina purissima. Aprea, come riferirono gli stessi investigatori transalpini alcuni giorni dopo il blitz, era stato fermato insieme ad altre cinque persone, tra cui alcuni cittadini sudamericani, nel corso di un’irruzione eseguita all’interno della stiva di un volo della Air France e in cui erano custodite una trentina di valigie cariche di droga imbarcate all’aeroporto venezuelano di Caracas.
Il carico, come emerso nel corso di una successiva e più approfondita attività investigativa che vide coinvolte anche le forze dell’ordine del nostro paese, era destinato ad alcuni sodalizi della criminalità organizzata operanti non solo in Campania ma anche in altre regioni.
Aspetto più importante dell’attività investigativa internazionale è che si scoprì che a capo dell’intera operazione di narcotraffico c’era proprio Raffaele Imperiale meglio noto come Lello ‘o parente, già all’epoca uno dei principali importatori di cocaina a livello globale e con importanti legami non solo con le mafie nostrane ma anche con sodalizi malavitosi sudamericani e olandesi. Quello, verosimilmente fu il primo vero colpo inferto dagli investigatori italiani all’organizzazione di Imperiale con quest’ultimo che, due anni più tardi, fu raggiunto dalla prima ordinanza di custodia cautelare a suo carico costringendolo a iniziare la sua dorata latitanza a Dubai, latitanza conclusasi solo poco tempo fa con la sua cattura e la successiva estradizione in Italia.