Camorra, arresti a Castellammare: sgominato il clan delle pompe funebri

Camorra, arresti a Castellammare: sgominato il clan delle pompe funebri
di Dario Sautto
Giovedì 24 Ottobre 2019, 09:22 - Ultimo agg. 18:09
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CASTELLAMMARE DI STABIA - Le pompe funebri stabiesi in mano al clan D'Alessandro: sei arresti, sequestro beni da 7 milioni e mezzo. I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli – nei confronti di sei persone. 

In carcere è finito l'imprenditore Alfonso Cesarano (classe 1958), già a processo per concorso esterno in associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata, mentre ai domiciliari i familiari Saturno, Alfonso (classe 1957), Giulio, e Catello Cesarano e Michele Cioffi. Tutti sono accusati a vario titolo di concorso nel trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante dell’aver commesso il fatto per agevolare il clan D’Alessandro, nonché avvalendosi della forza intimidatrice della cosca stabiese.
 

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Le indagini coordinate dalla Dda e condotte dal nucleo investigativo del gruppo carabinieri di Torre Annunziata vanno dal 2013 al 2016. 

Figura centrale dell'inchiesta è Alfonso Cesarano (classe 1958) colui che ha gestito e gestisce «in maniera monopolistica» il settore delle onoranze funebri nel territorio di Castellammare di Stabia grazie alla protezione del clan, egemone, D’Alessandro.

Dal dicembre 2013 era titolare, insieme a ad Alfonso (classe 1957), Giulio e Saturno, ciascuno del 25% delle quote sociali della Impresa funebre Cesarano srl, e ha ceduto l’intera sua quota di partecipazione. Nonostante la cessione delle quote, però, era sempre presente in azienda e alla guida e gestione dell’impresa, segno tangibile che le quote sociali erano state solo fittiziamente intestate ai suoi congiunti al fine di sottrarle ad eventuali sequestri.

Passaggi di consegne e dimissioni erano avvenute anche negli anni scorsi, dopo l’interdittiva antimafia emessa dalla prefettura di Napoli il 7 dicembre 2012 nei confronti della società di servizi cimiteriali Caronte sas della quale era socia accomandataria la moglie di Cesarano, nonché della decisione della commissione di gara per l’assegnazione dei servizi cimiteriali a Castellammare di non procedere all’espletamento della gara, a cui partecipava la precedente società. La Servizi Funebri srl, costituita ad arte e intestata a Michele Cioffi, che rilevava altresì il ramo d’azienda della Caronte sas, continuando a svolgere i servizi cimiteriali a Castellammare di Stabia.
 
 

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia raccontavano il monopolio e i rapporti con la camorra, dimostrati anche dalla competenza territoriale delle varie aziende. 

Sotto sequestro preventivo sono finite le quote societarie ed i beni aziendali e strumentali delle due società operanti nel settore dei servizi funebri e cimiteriali, la Servizi Funebri srl (con sede in Castellammare di Stabia) e la Impresa funebre Cesarano srl (con sedi a Scafati e Vico Equense), per un valore totale che si stima pari a 7.500.000 euro.

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