Napoli. Camorra, blitz all'alba contro il «cartello» dei clan di Forcella: 60 ordinanze di custodia

Napoli. Camorra, blitz all'alba contro il «cartello» dei clan di Forcella: 60 ordinanze di custodia
Martedì 9 Giugno 2015, 08:16 - Ultimo agg. 10 Giugno, 09:27
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Dalle prime ore dell’alba la polizia di Napoli, coordinata dalla locale direzione distrettuale antimafia e dalla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni, sta dando esecuzione ad un’un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di una sessantina di persone, appartenenti alle note famiglie camorristiche Giuliano-Sibillo-Brunetti-Amirante.

I soggetti sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, omicidio, di tentato omicidio, traffico di stupefacenti, detenzione porto abusivo di armi.

Le indagini della squadra mobile di Napoli hanno permesso di documentare la formazione di un pericoloso «cartello» composto per lo più da giovanissimi appartenenti a famiglie camorristiche storiche del centro cittadino, in specie nell’area di Forcella e Maddalena.

Le investigazioni hanno documentato la veloce ascesa del cartello composto dalle famiglie Giuliano-Sibillo-Brunetti e Amirante che, dopo aver scalzato con la violenza esponenti di clan avversi, hanno monopolizzato la gestione delle attività illecite della zona centrale di Napoli e gestito in particolare le piazze di spaccio e le estorsioni in danno di operatori economici ed anche note pizzerie del centro storico.

Individuati gli autori di omicidi e tentati omicidi commessi per affermare la supremazia territoriale del nascente gruppo criminale.

Per provare l'efficienza di una pistola spararono a un immigrato indiano, che venne ferito al torace. È uno degli episodi contestati nell'ambito dell' inchiesta della Dda di Napoli sulla camorra del rione Forcella che ha portato oggi all'esecuzione da parte della polizia di numerose ordinanze di custodia in carcere. L'episodio avvenne il 31 dicembre 2013 ed è contestato a Antonio e Cristiano Giuliano, nei cui confronti il gip ha disposto la misura cautelare ma per reati diversi dal tentativo di omicidio, ritenendo nel caso specifico insufficienti i riscontri. Tre indagati - Vincenzo Costagliola e Pasquele e Emanuele Sibillo - sono accusati dell'omicidio del giovane Maurizio Lutricuso, ucciso a Pozzuoli il 10 febbraio dello scorso anni. Lutricuso era stato aggredito con un pretesto (la richiesta di una sigaretta) all'esterno di una discoteca e si era difeso malmenando gli aggressori.

Pasquale Sibillo, insieme con Francesco Lucenti, è accusato anche di estorsione per aver costretto un commerciante a cedergli l'abitazione. «Mi devi dare 300 euro al mese per il negozio - disse al titolare di una piccola cartoleria - e devi lasciare immediatamente la casa entro 24 ore altrimenti ti metto una bomba al negozio. E i documenti non te li voglio far vedere, la casa è mia». Dalle indagini sono venute alla luce numerose estorsioni, nelle zone di Forcella, della Maddalena e dei Tribunali, ai danni non solo di commercianti e piccoli imprenditori, ma persino di parcheggiatori abusivi costretti a versare 500 euro al mese. Il questore Guido Marino, nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato che la collaborazione dei cittadini alle indagini è stata «pari allo zero», riferendosi anche alle vittime delle estorsioni. Il procuratore Giovanni Colangelo ha sottolineato che «non tutti possono essere eroi». «Ma sappiano i cittadini - ha aggiunto - che se ci danno una mano il nostro lavoro potrà essere portato avanti più efficacemente».

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