Camorra, sgominato il clan Cifrone: il patto con gli scissionisti di «Genny Cioccolata»

Camorra, sgominato il clan Cifrone: il patto con gli scissionisti di «Genny Cioccolata»
di Luigi Sabino
Mercoledì 31 Marzo 2021, 20:04 - Ultimo agg. 1 Aprile, 09:18
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È un colpo durissimo quello inferto ieri mattina dai carabinieri del comando provinciale di Napoli alle ambizioni del clan Cifrone, indicato come erede del clan Lo Russo. I militari, al termine di un’indagine iniziata nei mesi scorsi e in cui si sono rivelate, ancora una volta, fondamentali le intercettazioni telefoniche, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto tra ras e gregari del sodalizio di Ngopp Miano. Tra i destinatari del provvedimento anche i cugini Gaetano e Luigi Cifrone, già detenuti per altri reati, e considerati organizzatori e promotori del sodalizio. 

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di rapina a mano armata ed estorsione, reati aggravati dall’aver agito con modalità mafiose. Il provvedimento, inoltre, è stato eseguito anche nei confronti di Gennaro Caldore, alias Genny Cioccolata, quest’ultimo ritenuto vicino agli ambienti criminali degli Amato-Pagano di Melito.

Caldore, anche lui in prigione da mesi, sarebbe stato, infatti, l’anello di congiunzione tra i nuovi ras di Miano e i boss scissionisti che operano nel quartiere di Scampia.

L’alleanza tra i due sodalizi era emersa già diverso tempo fa quando proprio Caldore, insieme ad altre persone, fu arrestato per sequestro di persona ai fini di estorsione. Dalle indagini si scoprì che esponenti dei Cifrone, insieme a scissionisti e affiliati a un gruppo attivo nella zona di Chiaiano, avevano rapito un operaio trentenne nei pressi della sua abitazione per ottenere dai suoi familiari un riscatto di circa 30.000 euro. 

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Non è tutto. Nella stessa giornata del sequestro, il gruppo si era reso responsabile anche di un’altra impresa criminale, particolarmente violenta, una rapina ai danni di un negozio di telefonia di via Janfolla. In particolare, grazie alle attività svolte dai carabinieri della compagnia Vomero, che hanno portato all’esecuzione del provvedimento di ieri, si è scoperto che sei degli otto arrestati, dopo aver minacciato il titolare dell’attività commerciale, si erano impossessati di due Nintendo SW, 16 cellulari di varie marche, quattro computer portatili e quattro tablet. Non solo. Prima di abbandonare il luogo della rapina, i malviventi avevano violentemente picchiato la vittima per farsi consegnare il dischetto su cui erano registrate le immagini riprese dal sistema di sicurezza presente all’interno del negozio. Quindi, per timore di un possibile arrivo delle forze dell’ordine, avevano deciso di sradicare dalla parete l’intero impianto portandoselo via insieme alla catenina d’oro che il proprietario del negozio aveva al collo. 

Le attività investigative, inoltre, hanno permesso di scoprire che alcuni degli arrestati sarebbero stati autori anche di diverse estorsioni commesse ai danni di commercianti e piccoli imprenditori dell’area nord, anche queste consumate con metodi particolarmente violenti. La batteria, oltre che dai cugini Cifrone e da Caldore, sarebbe stata composta da Stefano Di Fraia, Pasquale Pandolfo (entrambi già detenuti), Antonio Buono, Salvatore D’Andrea e Giovanni Mascioli.

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