Camorra a Napoli, arrestato ras del clan Mazzarella: è accusato di tentata estorsione aggravata

Camorra a Napoli, arrestato ras del clan Mazzarella: è accusato di tentata estorsione aggravata
di Luigi Sabino
Lunedì 9 Maggio 2022, 18:26 - Ultimo agg. 10 Maggio, 07:35
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Tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. È questa l’accusa di cui dovrà rispondere Salvatore Montagna, 34 anni, arrestato, questa mattina, dai poliziotti della Squadra Mobile di Napoli al termine di una complessa attività investigativa.

Vittima di Montagna, che le forze dell’ordine indicano come vicino agli ambienti criminali della potente cosca Mazzarella, l’amministratore delegato di una società di carburanti. Diversi gli episodi accertati dagli investigatori, l’ultimo dei quali risalirebbe allo scorso 5 febbraio. Massimo riserbo, tuttavia, sull’andamento delle indagini che, non si esclude, potrebbero portare a nuovi arresti.

Già da diverso tempo, come emerso anche da precedenti attività, i Mazzarella avrebbero messo gli occhi sul settore degli idrocarburi, diventata una delle principali fonti di guadagno per l’organizzazione criminale che ha la sua base operativa nel rione Luzzatti.

Un settore particolarmente delicato che i vertici del sodalizio avrebbero deciso di affidare ad affiliati di primo piano come appunto Montagna. Il nome dell’indagato, infatti, già in passato era finito nel radar delle forze dell’ordine. Nel 2014, ad esempio, fu coinvolto nell’operazione denominata ‘Via della Seta’ che portò all’arresto di decine di affiliati all’organizzazione criminale, accusati di gestire il settore della contraffazione.

In particolare, Montagna, fu accusato di essere uno dei luogotenenti di Luciano Mazzarella alias ‘o scellone incaricati di gestire il business della produzione e della commercializzazione di capi d’abbigliamento paralleli. Il ‘sistema’ utilizzato dai Mazzarella era tanto semplice quanto efficace. La cosca, infatti, non solo finanziava le attività di produzione della merce contraffatta ma nelle zone sotto il suo controllo imponeva, grazie alla sua forza intimidatrice, che i grossisti si rifornissero solo dai produttori controllati dal clan. Non è tutto. Se poi la merce era rivenduta all’interno del territorio controllato dai Mazzarella, i venditori, sia all’ingrosso che al dettaglio, erano, a loro volta, costretti a versare agli esattori dell’organizzazione una quota sui loro profitti.

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Una duplice fonte di guadagno che, secondo gli investigatori, era poi utilizzata per finanziare altre attività illecite. Alcuni anni prima, invece, Montagna fu protagonista di un rocambolesco arresto quando, dopo un periodo di latitanza, fu scovato all’interno di un nascondiglio ricavato in uno dei muri dell’abitazione della sua compagna. Per accedervi, come scoperto dagli investigatori, era necessario rimuovere una mensola di legno che, una volta spostata, permetteva di rimuovere il pannello dietro cui si celava una stanza segreta al cui interno fu trovato Montagna. L’arresto di questa mattina, quindi, rappresenta un indubbio successo per le forze dell’ordine e, soprattutto, un duro colpo per il sodalizio mazzarelliano che, improvvisamente, è stato costretto a fare i conti con la perdita di un affiliato di peso.

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