Camorra negli ospedali a Napoli, Zuccarelli: «Lo abbiamo detto 4 anni fa»

Bruno Zuccarelli, vice segretario nazionale del'Anaao
Bruno Zuccarelli, vice segretario nazionale del'Anaao
di Ettore Mautone
Martedì 19 Marzo 2019, 19:55 - Ultimo agg. 19:56
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La camorra negli ospedali, l’illegalità che circola nelle corsie di Asl e ospedali attraverso le tante piccole e grandi sacche di abusivismo, il trasporto infermi con ambulanze private che sostano negli stalli dei pronto soccorso, il parcheggio non autorizzato chiuso al San Giovanni Bosco e i tanti piccoli condizionamenti su privilegi e favori che in alcuni casi raggiungono anche la filiera delle forniture di beni e servizi sono un cancro da estirpare per riportare alla normalità l’attività clinica nella sanità napoletana. Alle parole e ai concetti espressi di recente dal commissario della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva in un’intervista esclusiva al Mattino c’è la prima risposta ufficiale del principale sindacato della dirigenza medica, l’Anaao Assomed.

«La camorra negli ospedali? Lo denunciammo noi per primi 4 anni fa - avverte Bruno Zuccarelli, vice  
segretario nazionale del sindacato con delega al Mezzogiorno - oggi  mi chiedo quale sia la situazione? Come sindacato di categoria siamo pronti a sostenere ogni iniziativa in  favore della legalità e ogni azione che l commissario della Asl Verdoliva vorrà continuare a intraprendere in tale direzione». «La camorra negli ospedali di frontiera - prosegue Zuccarelli - è una presenza oscura ma al contempo sotto gli occhi di tutti. È un bene che il commissario dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva abbia acceso i riflettori e richiamato l’attenzione su un allarme che come segretario regionale dell’Anaao Assomed ho sentito il dovere di lanciare anni fa. La  speranza ora è che che dopo anni (il nostro “sos” risale al 2015) la Procura abbia ormai svolto meticolose indagini e che quindi si sia pronta a liberare queste strutture dal malaffare».

In tempi non sospetti, quando rivestiva il ruolo di segretario regionale del sindacato dei medici dirigenti, Zuccarelli aveva infatti chiesto che si approfondissero eventuali legami tra la camorra e gli ospedali del  centro città. «Siamo certi – l’interrogativo proposto da Zuccarelli - che  questi soggetti non tengano sotto scacco alcuni nosocomi del centro storico?». Per il sindacalista è fin troppo evidente, valeva allora e vale ancora oggi - che a Napoli strutture quali l’Ascalesi, il San Giovanni  Bosco ed il Vecchio Pellegrini e lo stesso Loreto Mare siano dislocate in “zone calde” e quindi soffrano di un processo di “osmosi” con i quartieri a rischio e pertanto che l’influenza esterna si respiri anche all’interno delle mure e dei reparti portando in ospedale personaggi dubbi, se non addirittura veri e propri affiliati a qualche   clan. Zuccarelli aveva denunciato - ad esempio - che alcuni ospedali del centro storico  erano stati utilizzati dalla camorra per organizzare summit, ma anche per  
custodire armi e droga ed evitare controlli da parte delle forze dell’ordine. «Mi chiedo – dice oggi - quale sia la situazione attuale». Il Vice Segretario Nazionale Anaao mette anche in guardia dalla mentalità camorristica che alle volte si annida all’interno di alcuni uffici. «Una mentalità fatta di sopraffazione, di prepotenza che si nutre di mancati ascolti e di sistematiche violazioni delle prerogative e dei diritti di molti camici bianchi e che va combattuta come cifra culturale generale e e debellata con la stessa forza con la quale  si interviene contro i clan. Solo così potrà esserci realmente un vero  cambiamento. L’Anaao lo ha fatto anni fa ed è pronta a sostenere tutte le iniziative che verranno poste in essere in favore della legalità».

Una presa di posizione netta che viene espressa e condivisa anche dal segretario regionale del sindacato Vincenzo Bencivenga: «Da psichiatra - conclude quest’ultimo - so bene quale condizionamento culturale possa esserci da parte di chi si pone con la logica dell’intimidazione e del sopruso davanti ai processi di riorganizzazione e riqualificazione. Per questo è utile fare muro insieme unendo le forze positive che sono la maggioranza, presenti negli ospedali. In fondo medici e infermieri, vogliono solo svolgere bene il proprio lavoro, curare i pazienti nel miglior modo, avere la possibilità di contare su ospedali efficienti, attrezzati e moderni. Per questo il tessuto sociale deve poter riconoscere nell’ospedale e nelle insegne di un ambulatorio pubblico un luogo dello Stato, un territorio di civiltà, un avamposto di norme e regole concepite a vantaggio della comunità intera. Principi irrinunciabili che vanno a beneficio della collettività che devono trovare sintesi nell’azione di rinnovamento e governo di un manager, nella scrupolosità del lavoro dei camici bianchi, nel sostegno dell’azione politica ma anche nell’aderenza dei cittadini a comportamenti di civiltà e rispetto. La camorra va isolata culturalmente e nei comportamenti come elemento regressivo e dannoso della società».
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