Campania, 94 Comuni alle urne il 10 giugno

Campania, 94 Comuni alle urne il 10 giugno
di Alberto Alfredo Tristano
Sabato 31 Marzo 2018, 08:50 - Ultimo agg. 08:52
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Il 10 giugno saranno 94 i Comuni della Campania chiamati a rinnovare i consigli comunali, il 17 per cento dei 550 municipi della regione. Appena 18 superano i 15mila abitanti, soglia che determina il ricorso al ballottaggio, due settimane dopo, in caso di mancata maggioranza assoluta al primo turno. Soltanto un capoluogo di provincia cambia sindaco: Avellino; i Comuni più popolosi di questa tornata sono i tre del Napoletano: Afragola, Castellammare di Stabia e Torre del Greco; i più piccoli: Cairano, in Irpinia, con i suoi 348 abitanti censiti, e Romagnano al Monte (391).

Ad Avellino l'uscente Paolo Foti, del Pd non si ripresenta. Il capoluogo irpino, che va chiudendo una consiliatura di straordinarie tensioni, da feudo della Democrazia cristiana e poi del centrosinistra si è risvegliato il 5 marzo colorato del giallo a Cinque stelle: la città ha votato per il 40% all'uninominale per Michele Gubitosa, imprenditore indipendente pentastellato, che ha battuto nel collegio il deputato uscente Angelo D'Agostino, nato montiano e poi approdato nel centrosinistra, e Pietro Foglia, dirigente forzista ed ex presidente del consiglio regionale. I 5stelle hanno inoltre portato in Parlamento due giovani avellinesi, l'uscente Carlo Sibilia, plenipotenziario del movimento in provincia, e l'avvocato Maria Pallini, al debutto nel ruolo. Quanto basta per immaginare che, sull'onda delle recentissime Politiche che hanno fatto dei Cinque stelle il primo partito italiano, nel capoluogo irpino possa aprirsi un'altra stagione politica.

A Torre del Greco, il più popoloso dei comuni campani al voto, le chiavi di Palazzo Baronale sono in mano dall'agosto scorso al commissario prefettizio, Giacomo Barbato: il sindaco Ciro Borriello, il chirurgo plastico eletto col centrodestra nel 2014, è stato arrestato a luglio per corruzione. Le Politiche hanno consegnato a Torre ben oltre la metà dei consensi ai grillini. Situazione simile c'è a Castellammare di Stabia, già roccaforte rossa, oggi in viraggio sul giallo compatto, coi cinquestelle ben oltre il 50% che doppiano il centrodestra e fanno ancor di più con la sinistra. Pure il centro stabiese è amministrato dal commissario, dopo che il pd Antonio Pannullo è stato sfiduciato a febbraio dal consiglio comunale: la sua amministrazione è durata appena un anno e mezzo, a conferma di una fragilità politico-amministrativa: è dal 2010 che un sindaco non dura più di un biennio, viste le interruzioni premature del mandato per Luigi Bobbio, Nicola Cuomo e in ultimo Pannullo.

Senza sindaco è pure Quarto, laboratorio flegreo dei pentastellati che già nel 2015 elessero la (allora) grillina Rosa Capuozzo alla poltrona più importante della città. La Capuozzo, nel frattempo distaccatasi tra mille scontri dal Movimento, è decaduta come lo stabiese Pannullo a inizio 2018. Caccia al secondo incarico per Domenico Tuccillo, sindaco uscente di Afragola. Uomo di spicco del Partito democratico, Tuccillo è stato eletto nel 2013, dopo essere stato per tre mandati parlamentare della Repubblica. Tra gli altri grandi centri del Napoletano al voto, figurano anche Caivano, Ottaviano, Boscoreale, San Giuseppe Vesuviano e Volla.

Nel Casertano due i centri grandi chiamati alle urne: Maddaloni e Orta di Atella. Entrambi senza sindaco. A Maddaloni c'è il commissario da agosto dopo l'esperienza lampo da primo cittadino di Andrea De Filippo: appena un mese, da fine giugno a fine luglio. A Orta l'esperienza di Giuseppe Mozzillo è durata due anni, fino al maggio scorso, per la mancata approvazione del bilancio.

Nel Sannio votano quindici comuni, tutti sotto i 15mila abitanti: tra questi Ceppaloni, il paese di Clemente Mastella, oggi sindaco di Benevento, la cui moglie Sandra è appena entrata in Parlamento nelle fila di Forza Italia, recuperata nel proporzionale dopo la sconfitta rimediata dal grillino Danilo De Lucia nel collegio uninominale senatoriale del capoluogo.

Nella provincia di Salerno, dei diciannove comuni al voto i più popolosi sono Campagna e Pontecagnano Faiano. Nel primo, l'uscente civico Roberto Monaco cerca il bis contro l'avvocato Andrea Lembo (centrosinistra), figlio di Corrado, capo dei pm di Salerno (al Csm è stato aperto un fascicolo per valutare la compatibilità). A Pontecagnano, dopo due mandati, si chiude l'esperienza sindacale di Ernesto Sica, prima nella Margherita e poi in Forza Italia, pochi giorni fa condannato a dieci mesi di reclusione per il falso dossier ai danni dell'ex governatore azzurro Stefano Caldoro, prodotto insieme a Nicola Cosentino.
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