«La Campania resta nell'area gialla». È questa l'indicazione che arriva dalla cabina di regia che oggi s'è riunita per esaminare il caso Campania: dopo avere inviato tecnici del ministero della Salute per una ricognizione più precisa sui dati sull'epidemia di Covid-19, la cabina di regia conferma la Campania nell'area gialla, quella con rischio moderato.
Al ministero della Salute, al Viminale e al governatore De Luca, adesso, il compito di elaborare misure di controllo più restrittive, da mini lockdown territoriali a zone rosse.
Il clima, però, resta tesisisimo: anche oggi ci sono stati momenti di affollamento all'esterno dei pronto soccorso del Cotugno e del Cardarelli, un problema che il direttore generale di quest'ultimo ospedale, Giuseppe Longo, attribuisce anche «alla necessità di riscrivere completamente la rete territoriale della medicina non in Campania ma in tutto il Paese. L'esperienza dell'epidemia è che mentre l'ospedale rimane il baluardo di garanzia e sicurezza del cittadino, il filtro del territorio in alcuni momenti in particolare non agisce al meglio. Se hai un problema, quindi, vai in ospedale, e parliamo dal mal di gola ai sintomi di più gravi, specialmente di notte e nel fine settimana la domanda aumenta, perché territorio filtra ancora di meno».
Napoli e Caserta sono le province più colpite dai contagi in una situazione che il sindaco di Napoli Luigi de Magistris definisce «drammatica e molto sottostimata con i dati formali. C'è qualcosa che non va, i conti non tornano. Quindi decidessero rapidamente perché di mezzo c'è la salute dei cittadini».
Intanto 19 sindaci del Casertano, in particolare di Aversa e dei comuni del suo hinterland agro-aversano), area in cui si registra oltre il 40% dei casi covid nell'intera provincia, chiedono al governo di «inviare l'Esercito per effettuare controlli in strada più efficaci, e a Regione e Asl di attuare protocolli «di comunicazione chiari e soprattutto tempestivi».