Campania, caos vaccini a scuola: nell'anagrafe solo due terzi degli istituti

Campania, caos vaccini a scuola: nell'anagrafe solo due terzi degli istituti
di Ettore Mautone
Martedì 13 Marzo 2018, 08:47 - Ultimo agg. 10:12
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Viene superato all’insegna dell’incertezza il paletto del 10 marzo, ultima data utile fissata dalla legge Lorenzin per adempiere all’obbligo vaccinale per gli alunni che frequentano le scuole dell’infanzia e dell’obbligo. Da ieri i genitori dei bambini delle materne e degli asili nido (fino a 6 anni di età), ma anche quelli delle scuole dell’obbligo (fino a 16 anni di vita) devono dimostrare di avere vaccinato, o almeno di avere prenotato la vaccinazione dei loro figli. Nel caso dei più piccoli l’adempimento è la condizione per continuare a frequentare la scuola. Nel caso dei bambini più grandi, invece, che frequentano la scuola dell’obbligo (7-16 anni), la situazione è diversa. Dal 10 marzo non viene esclusa la frequenza scolastica, ma avviato l’iter per applicare le sanzioni (da 100 a 500 euro) previste dalla legge. Tutto ciò per dire che la data del 10 marzo, come ha ribadito il ministero della Salute, è inderogabile. Dunque non ci si potrà giovare di alcuna proroga.

Nei fatti però, in mezzo a norme e leggi, ci sono una serie di “se” e di “ma” e anche una circolare ministeriale che complicano non poco lo scenario. Il primo distinguo riguarda tutte le Regioni (compresa la Campania) che si sono dotate di un sistema informatico che mette in collegamento informatico le Asl con gli uffici scolastici. In queste Regioni c’è più tempo per le verifiche e per avviare le sanzioni.  
I genitori degli alunni non devono fare nulla e le scuole possono aspettare fino a martedì 20 marzo per chiedere ai genitori dei ragazzi inadempienti di provvedere alle profilassi. Il tempo utile scade nei successivi dieci giorni. Il 30 marzo dunque è la soglia da cui partire per avviare l’iter per le sanzioni. Ciò riguarderebbe solo le scuole dell’obbligo, frequentate dagli alunni dai 7 ai 16 anni. Per le altre, invece (materne, nidi e scuole dell’infanzia) che ci sia o meno l’anagrafe da ieri dovrebbe essere scattato lo stop all’ingresso a scuola a chi non sia vaccinato. Il condizionale è tuttavia d’obbligo in quanto sin da ieri in Regione i funzionari hanno ricevuto decine di chiamate dalle scuole per avere chiarimenti e ci si è arrovellati su una serie di interrogativi. La prima domanda è: se i 20 giorni di tolleranza (10 più 10) concessi a chi tramite l’anagrafe vaccinale ha inviato tutti i dati delle Asl alle scuole, servono agli uffici scolastici per controllare e verificare che non ci siano errori e poi reclamare la vaccinazione a chi ne è sprovvisto (nella fascia da 6 a 16 anni) perché tale lasso di tempo non vale anche per le scuole dell’infanzia? Come fanno insomma i dirigenti scolastici delle scuole dei piccoli a verificare in tempo reale migliaia di posizioni senza il beneficio dell’inventario e in assenza di un lasso di tempo di tolleranza per capire se ci sono errori materiali? D’altro canto chi lasciasse entrare i bambini non vaccinati in classe potrebbe incorrere in denunce per omissioni di atti di ufficio in quanto ha violato la legge. A complicare le cose c’è anche il fatto che su 2980 istituti scolastici hanno aderito alla piattaforma informatica 1977 scuole creando di fatto un sistema misto. 

In una riunione urgente tenuta ieri negli uffici regionali è stata redatta una nota inviata all’assessore regionale per le Politiche sociali Lucia Fortini e per conoscenza al commissario per la sanità regionale Vincenzo De Luca. La Regione, rivendica, per la parte sanitaria della questione vaccini, di aver adempiuto sin dallo scorso settembre alla istituzione dell’anagrafe vaccinale unica (ubicata presso la Soresa) cui hanno aderito tutte le 7 Asl campane. Regione e ufficio scolastico regionale hanno inoltre sottoscritto un’intesa per lo scambio dei dati.

A novembre l’assessorato ha condiviso il percorso semplificato con i servizi di prevenzione delle Asl e la stessa Soresa e comunicato agli uffici provinciali delle scuole la possibilità di aderire. L’invio dei dati anagrafici è avvenuta tramite Pec dedicate. L’11 gennaio scorso la direzione generale tutela della Salute della Regione ha effettuato una prima verifica e inviato i dati degli alunni in regola con le vaccinazioni invitando dunque per tempo, tutti i dirigenti scolastici, a informare i genitori degli alunni adempienti che non occorrevano ulteriori certificazioni. Gli altri avrebbero dovuto recarsi ai centri vaccinali per la certificazione cartacea. Tuttavia solo due terzi delle scuole hanno aderito, mentre le altre hanno deciso di utilizzare solo materiale cartaceo. Di domande, dunque, sulla pratica applicazione della legge, ne restano parecchie e saranno prontamente riverberate al tavolo in programma oggi al Ministero della Salute al quale siederanno i funzionari di tutte le Regioni. Da stabilire ci sono anche linee comuni riguardo alle sanzioni da far scattare, per i ragazzi della scuole dell’obbligo laddove, dopo la scadenza del 30 marzo, non abbiano provveduto a prenotare la vaccinazione. 

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