In Campania solo una spiaggia su tre è free a causa del dilagare delle concessioni date ai lidi. Il dato, assieme a un altro preoccupante, quello sulla erosione delle coste, è presente nel report “Spiagge 2022” di Legambiente. Il 68% delle aree costiere sabbiose della Campania - documenta Legambiente - è occupato da stabilimenti, campeggi e complessi turistici e dunque sottratto alla libera fruizione. Preoccupa in particolare l'avanzare dell'erosione costiera e i tratti di costa non balneabili. Negli ultimi due anni, le concessioni solo per stabilimenti balneari sono aumentate del 23%: sono 1.125 nel 2021, erano 916 nel 2016. È record poi per i comuni di Meta di Sorrento dove si registra l'87% di spiagge occupate, Cellole e Battipaglia rispettivamente con 84% e 68%.
«Quasi impossibile - si sottolinea nel report - trovare uno spazio dove poter liberamente e gratuitamente sdraiarsi a prendere il sole e una volta trovata una spiaggia libera ecco che in alcuni casi sono poste vicino a foci dei fiumi, dove la balneazione è vietata.
Ma a pesare sulle poche spiagge campane è anche il problema dell'erosione costiera con la presenza di 85 km di tratti di litorale in erosione, il 54% delle spiagge basse sabbiose. E poi c'è la questione legata alle coste non balneabili: complessivamente lungo la penisola il 7,7% dei tratti di coste sabbiose è di fatto interdetto alla balneazione per ragioni di inquinamento. «Purtroppo in Italia - osserva Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente - non esiste una norma nazionale che stabilisca una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione. Un'anomalia tutta italiana a cui occorre porre rimedio».