Campania, liste d'attesa fino a 12 mesi: dopo il Covid si teme il boom dei tumori

Campania, liste d'attesa fino a 12 mesi: dopo il Covid si teme il boom dei tumori
di Ettore Mautone
Lunedì 25 Aprile 2022, 22:59 - Ultimo agg. 27 Aprile, 10:32
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Dopo la fine dello stato di emergenza Covid, lo scorso 31 marzo, le Regioni in ordine sparso, stanno tentando di recuperare gradualmente esami, ricoveri e interventi chirurgici rimandati o persi durante la lunga parentesi Coronavirus al netto del perdurante stato di allerta che vede ancora impegnati spazi e ospedali dedicati alle cure dell’infezione. Il nodo da sciogliere è quello delle liste di attesa. I fari sono puntati su prevenzione, screening oncologici, cure ai cronici, passando per gli interventi chirurgici al palo. Per recuperare bisogna raddoppiare l’attività entro fine anno.

I fondi per affrontare la ripresa ci sono: la legge di Bilancio ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 le misure adottate un anno fa e messo nel piatto altri 500 milioni di cui 150 per il coinvolgimento del privato accreditato. Le Regioni, entro fine gennaio, avrebbero dovuto presentare al ministero della Salute un Piano rimodulato.

Molti territori sono in ritardo. La Campania sta per partire solo ora con 46 milioni in dote di cui 17 per le strutture accreditate. Secondo le prime stime dovrà raddoppiare l’attività nei prossimi 9 mesi per recuperare il 36 per cento delle prestazioni mediche e chirurgiche perse rispetto al 2019. Complessivamente sono circa 100 mila ricoveri di cui l’80 per cento chirurgici senza contare gli screening scesi quasi a zero. Incremento delle ore di sala operatoria, interventi anche di pomeriggio e nei week end, acquisto di attività extra dagli specialisti al termine dei turni le misure in cantiere. 

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In Campania attualmente solo i codici di massima urgenza, indicati in ricetta (entro le 72 ore) sono rispettati mentre per le prestazioni programmate a 6 mesi si supera l’anno di attesa e alcune liste per visite ed esami (centro cefalee, otorino, pneumologia) nei policlinici sono bloccate. Anche la rete degli accreditati è in affanno per visite ed esami a causa dei tetti di spesa su base mensile che vedono esaurito il budget alla metà di ogni mese. Per la salvaguardia di cronici e oncologici sono attesi correttivi annunciati dall’assessore al Bilancio Ettore Cinque. In questo scenario il Pascale è la realtà che ha tenuto meglio l’urto della pandemia ma le cure oncologiche nelle Asl sono in grave ritardo soprattutto per la prevenzione e i controlli periodici. In difficoltà, per carenze di personale, la rete ospedaliera della Asl Napoli 1 che ha riattivato tutti i reparti dell’Ospedale del mare ma solo in parte quelli del San Giovanni Bosco. Molte attività si riversano su Azienda dei Colli, Cardarelli e Policlinici

«Siamo ripartiti subito quando abbiamo visto un calo dei ricoveri Covid - dice Maurizio di Mauro manager del Monaldi-Cotugno-Cto - durante il periodo Covid abbiamo subìto una riduzione sul 2019 del 25% contro il dato medio regionale del 36%». In moto anche il Cardarelli: «Il nostro recupero - spiega il direttore Giuseppe Longo - parte dalle prestazioni di ricovero e ambulatoriali perse. Lavoriamo anche sull’aumento degli interventi chirurgici: abbiamo assunto personale e abbiamo sale operatorie che ci permettono di riprendere la corsa». A dare una mano in questa fase è il nuovo Cup regionale che copre tutte e 7 le Asl e la metà delle aziende ospedaliere. Entro l’estate connetterà tutte le aziende pubbliche e si inizierà a far entrare anche il privato. 

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Tutte le regioni soffrono: al Sud, Puglia, Calabria e Sicilia, nonostante la riorganizzazione dei percorsi e l’iniezione di personale vedono slittare non prima di due mesi anche i codici urgenti. Code da record si segnalano anche nel Lazio ma tutto il Paese è in ginocchio. Un recente studio dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), rivela che le diagnosi mancate di tumore ammontano a 200 mila in Italia (1 milione in Europa) dall’inizio della pandemia e i nuovi casi, potrebbero crescere del 21% entro il 2040. In Italia c’è un calo del 20,3% delle prestazioni ambulatoriali (fonte Istat); 2 milioni in meno sono le prestazioni indifferibili (-7%, fonte Istat); 1,3 milioni i ricoveri in meno (-17%, fonte Corte dei Conti), con un 13% in meno di ricoveri in chirurgia oncologica e un 20% in meno di ricoveri in ambito cardiovascolare e cardiochirurgico. Intanto crescono i malati di patologie legate al Covid. In Lombardia dal 1 maggio e per un anno negli ospedali sono previsti orari lunghi contro le liste d’attesa e tutte le Aziende sanitarie dovranno garantire almeno un turno serale a settimana (dalle 20 alle 24), uno pomeridiano nei prefestivi e uno mattutino o pomeridiano nei festivi. L’obiettivo è recuperare le prestazioni arretrate e raggiungere nel 2022 un volume di produzione pari al 110% rispetto al 2019. In Toscana il piano straordinario è finanziato con 31,5 milioni e punta su percorsi dedicati alle visite post Covid (in particolare cardiologiche), più televisite e teleconsulti ma per alcune specialità più direttamente collegate alla pandemia si registrano incrementi, rispetto al 2019, del 40%.
 

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