Covid Center in Campania, indagata dirigente dell'Ufficio Gabinetto di De Luca: ​sequestrati pc e cellulare

Covid Center in Campania, indagata dirigente dell'Ufficio Gabinetto di De Luca: sequestrati pc e cellulare
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 3 Agosto 2020, 23:30 - Ultimo agg. 5 Agosto, 07:36
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Usano il bisturi e scavano nel suo cellulare e nel suo computer. Vogliono ricostruire la rete dei suoi contatti, nei giorni chiave dell’emergenza pandemia in Campania. A ritroso, stanno passando al setaccio mail, messaggi e conversazioni in quei tre giorni che hanno segnato la storia della lotta al coronavirus a Napoli e in Campania: dal 16 al 19 marzo scorso, quando viene chiuso l’appalto per la realizzazione dei tre ospedali Covid a Napoli, Caserta e Salerno. È in questo filone di indagine, che la Procura ha sequestrato telefono cellulare e computer dell’ingegnere Roberta Santaniello, esponente dell’ufficio gabinetto della giunta regionale della Campania, ma anche dell’unità di crisi allestita per far fronte alla crisi sanitaria in regione. Turbativa d’asta è l’accusa che le viene contestata, in relazione alle gare poi messe in campo da Soresa nei giorni del grande picco di contagi. È la stessa ipotesi di reato che ha spinto gli inquirenti a sequestrare il cellulare del dirigente dell’Asl Napoli uno Ciro Verdoliva, ma anche il cellulare e il computer di Luca Cascone, consigliere regionale, fedelissimo del presidente della regione Vincenzo De Luca; e il computer del presidente Soresa Corrado Cuccurullo
 

 

Inchiesta condotta dai pm Mariella Di Mauro e Simone De Roxas, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, che bussa alle porte della Regione. In sintesi, si punta a mettere a fuoco gli «elementi di criticità in relazione alle procedure di aggiudicazione e di esecuzione delle gare indette nel periodo di emergenza». Centrale resta la realizzazione dei tre covid center (base d’asta 15,5 milioni, ma si arriva a un ribasso di 12 milioni), con una gara alla quale partecipano sette ditte e che viene aggiudicata da un’impresa di Padova. Due sono i punti dell’inchiesta. In sintesi, gli inquirenti puntano a capire chi ha condotto le trattative, offrendosi come punto di riferimento in seno all’organo regionale per dialogare con le imprese, con tanto di carteggio e di analisi di offerte delle rispettive forniture; e in che modo sono state condotte le procedure amministrative, tanto per sgomberare il campo dall’idea del classico vestito cucito addosso sulle spalle di un imprenditore in particolare. 

Inchiesta in corso, al lavoro i carabinieri del nucleo operativo, che hanno in questi giorni acquisito anche i computer di rup e dirigenti area gare (che non sono stati raggiunti da atti garantiti), nel tentativo di aver uno spettro di informazioni completo sulle rispettive procedure amministrative. Ma come replicano i diretti interessati dopo aver consegnato cellulari personali e computer ai carabinieri? Partiamo dalla manager Roberta Santaniello, che domenica mattina si è recata alla Pastrengo per la rituale elezione di domicilio. Spiega l’avvocato Raffaele Bizzarro, legale di fiducia della professionista in carriera: «È serena e amareggiata al tempo stesso. Tranquillissima per la funzione ricoperta in seno all’unità di crisi, un ruolo all’insegna della trasparenza, senza mai esondare nella definizione di procedimenti amministrativi». Nessuna dichiarazione da parte del presidente Soresa Cuccurullo (difeso dall’avvocato Gabriele De Juliis), che confida nella possibilità di dimostrare la correttezza della condotta svolta da tutti gli esponenti della stazione appaltante, nella definizione delle gare. 
 

Intanto, ieri mattina in Procura sono stati ascoltati alcuni potenziali testimoni nel tentativo di mettere a fuoco il ruolo del consigliere regionale Luca Cascone. Sfilano imprenditori e manager di aziende che sarebbero entrati in contatto con il consigliere regionale nella fase di raccolta di informazioni su gare e forniture. Un filone di inchiesta che nasce dalla denuncia dell’ex parlamentare Marcello Taglialatela (oggi alle 17, animatore del sit-in dinanzi agli uffici Soresa, isola F9), che ha puntato l’indice contro il ruolo di mediatore assunto da Cascone, alla luce di alcune mail intrattenute con ditte private desiderose di entrare in contatto con Soresa. Difeso dall’avvocato Cecchino Cacciatore, Cascone rivendica il proprio ruolo di «volontario», fiducioso degli sviluppi dell’inchiesta. Fiducia e amarezza anche da parte del manager Asl Verdoliva (difeso dall’avvocato Giuseppe Fusco), mai come in questo caso deciso a rivendicare la correttezza di un ruolo svolto in prima linea, senza risparmio di energia, contro la pandemia.

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