Maturità sicura in Campania: tamponi per prof e bidelli

Maturità sicura in Campania: tamponi per prof e bidelli
di Luigi Roano
Martedì 2 Giugno 2020, 08:30
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Era nell'aria ora è un fatto concreto. Per i professori e il personale non docente ai prossimi esami di maturità ci saranno test rapidi e tamponi. Nel balbuziente mondo della scuola, dove la ministra Lucia Azzolina tutti i giorni è alle prese con migliaia di richieste di «chiarimenti» sugli input che arrivano dal suo ministero sulla Fase 2 della scuola, la Regione Campania ha preso la sua decisione su come approcciare la maturità sotto il profilo sanitario. Lo slogan è «Scuola sicura» e la Campania è tra le primissime Regioni a mettere in campo un protocollo sanitario e di sicurezza per lo svolgimento della maturità. «Già a partire dai prossimi esami di maturità - si legge in una nota della Regione - e successivamente in vista dell'apertura del prossimo anno scolastico, saranno effettuati test rapidi e tamponi al personale docente e non docente. Per i soli esami di maturità lo screening per la sicurezza sanitaria riguarderà circa diecimila soggetti in Campania».

L'iniziativa rientra nel progetto «Scuola Sicura», lanciato dalla Direzione Salute a dall'assessorato all'Istruzione della Regione Campania su mandato del presidente Vincenzo De Luca, nell'ambito delle «iniziative che puntano a dare sicurezza alle famiglie e a tutela dei ragazzi e delle ragazze oltre che dell'intero personale scolastico». La maturità che di per se è in rito di passaggio per migliaia di giovani quest'anno sarà ricordata ancora di più viste le condizioni in cui si svolgeranno gli esami. Solo orali, dalla durata di 60 minuti e senza nemmeno la «notte prima degli esami» tra compagni di classe. E con il rigoroso distanziamento sociale di due metri dai professori che indosseranno schermi e mascherine nel colloquio con i maturandi. Ai quali non sarà effettuato invece nessun tampone. Un tema, quest'ultimo, che potrebbe prendere piede nelle prossime ore visto che il corpo dei docenti sarà invece esposto a eventuali contagiati tra i ragazzi e legittimamente nessuno se la sente di correre questo rischio. Tra i docenti già serpeggia un certo malumore. Ai dirigenti delle singole scuole invece è affidata la procedura di sanificazione. In un clima che resta di paura per il contagio - tuttavia - a rasserenare gli animi sono i numeri. Ieri in Campania ce ne sono stati soli 3, esattamente come il 26 febbraio. Allora furono sufficienti - per fortuna - per dichiarare l'emergenza sanitaria con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris che chiuse tutte le scuole del capoluogo e il governatore che chiese di fare la stessa cosa a tutti gli altri primi cittadini della Campania. In anticipo allo come oggi sul resto d'Italia.
 

 

Domani invece scatta il liberi tutti tra le regioni, i governatori - alla luce anche dei risultati dei contagi che tendono a calare soprattutto al nord - hanno trovato una linea comune per il rompere il tabù dello stop, un'autentica frontiera fatta di paura da contagio. Soprattutto in chi amministra regioni dove il contagio è sotto controllo e non da oggi. Porta aperte ma solo a certe condizioni: che ci siano controlli serrati all'ingresso e ciascuno deve avere la facoltà di scegliere quali fare e come farli. In Campania vige lo stesso principio, il governatore De Luca mantiene intatte le sue perplessità soprattutto «verso quelle aree geografiche» - sottolinea senza mettere in mezzo specifiche regioni «per evitare inutili polemiche» - che hanno ancora rispetto al resto del Paese un numero di contagi quotidiano sopra la media nazionale. Anche il ruvido De Luca alla fine si messo l'anima in pace. Sicuro del fatto che la Campania appena un mese fa ha fatto già un test molto probante. Il riferimento è quando è iniziato l'esodo verso il sud di chi era rimasto bloccato al nord. La Campania con il suo rigido protocollo di sicurezza rivelatosi poi efficacissimo è riuscita a controllare circa 40mila persone isolando quei pochi casi sospetti senza alimentare il contagio. 
 

Sostanzialmente De Luca ricalcherà quello schema che punta su test di ingresso. Il protocollo prevede severi controlli alle stazioni di Napoli e Salerno, nei porti, all'aeroporto e ai caselli autostradali, con particolare attenzione a chi proviene da Lombardia, Piemonte e Liguria.
Tutti sono consapevoli che il contagio bassissimo delle ultime settimane potrebbe essere inficiato dall'arrivo da regioni in cui i numeri sono ancora alti. I controlli ci saranno prima di tutto nelle stazioni dove raddoppierà il numero dei treni. La postazione nella stazione di Napoli Centrale per l'esame della temperatura e l'eventuale test rapido a chi ha almeno 37,5 gradi, è rimasta operativa «in queste settimane - spiega il direttore generale Ciro Verdoliva - abbiamo controllato circa 1.000 viaggiatori al giorno. Ora ci aspettiamo numeri molto superiori e aumenteremo le unità al lavoro». Chiede controlli anche il sindaco di Napoli de Magistris: «Il Governo - dice - ha tutti gli strumenti per dirci se ci sono le condizioni per ripartire tutti insieme. Non saremo noi a mettere le barricate ma credo sia dovere di un sindaco chiedere che ci siano tamponi per chi arriva nei nostri territori a garanzia della comunità e per non buttare all'aria quanto fatto fino ad ora». 

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