Dai diamanti non nasce niente cantava Fabrizio De André. E la Campania che vince è stata sempre abituata a percorsi accidentati, dove al pagamento della bolletta della luce si è preferito aiutare le persone disagiate. Aiuto da parte delle istituzioni un optional. Più un messo che arriva per ricordare il fitto che non una raccomandata con un aiuto. E che dire quando sembra oro un semplice stanzone solo perché si riesce a montare una materassina a terra e tutti fanno la loro parte? Storie di ordinario sport campano. Storie che rendono sempre più difficile coltivare campioni. La Pandemia ha tagliato il numero degli iscritti (e delle rette), la legge rende più costoso creare un campione perché per fare una gara nazionale occorre che parta anche un genitore. Le società sono al collasso anche per i fitti schizzati ed i Comuni che per paura della corte dei Conti non applicano i canoni ricognitivi ma commerciali.
Il karate è durato come una meteora nel programma dei Giochi Olimpici. Nato a Tokyo, finito a Tokyo. Perché alla Champions si sta lavorando su costruire i campioni del futuro. Due sono in partenza per gli Europei di Tampere, Raffaele Astarita e Lorenzo Poncini. È la Scampia che vince. Lì dove sono stati raccolti 45 bidoni di siringhe ora crescono i giovani talenti che puntano alle grandi manifestazioni; lì dove ci sono le case dei puffi, teatro della sanguinosa faida di Scampia, un tempo una delle piazze di spaccio più grandi d'Europa, ora si coltivano sogni e speranze grazie al Karate. Un sogno diventato realtà per la Champion Center di Massimo Portoghese che finalmente ha trovato casa. All'Officina delle Culture Gelsomina Verde (vittima innocente della camorra) via Ghisleri Lotto P5, Scampia. «Era un rudere, ma grazie alla nostra caparbietà nell'immaginare una grande casa ed ai genitori dei ragazzi ora tutto è brillante». Hanno lavorato gli abitanti del rione. Economicamente l'aiuto è venuto da privati, la Fondazione Alessandro Pavesi.
La Campania del pugilato nasce sul sudore e sulla fatica.
Il Kodokan di piazza Carlo III ha dodici sale, un campo da calcio, 800 iscritti, 150 dell'area sociale. E per tanti lo sport è gratis. Un modello sociale, anche per gli immigrati, in un pezzo di Napoli incastonato all'interno dell'albergo dei Poveri nato per fare sport. Nacque al servizio del collegio per orfani, per dare la possibilità a tutti di fare sport. Si estende su tremila metri quadri con un grande spazio all'aperto. Il dubbio se riaprire a settembre è forte. Perché la legge impone nuovi controlli. Ci sono meno iscritti ed il timore della Corte dei Conti ha fatto schizzare in alto l'affitto per tutti coloro che impiegano impianti comunali. Risultato nessuno paga perché si tratta di canoni commerciali e non ricognitivi. La palestra è stata chiusa ma la tassa sulla spazzatura è arrivata lo stesso. Le rette non bastano più. E i campioncini costano per accompagnarli per l'Italia e inscriverli con le tasse federali.
È la perla di Soccavo. In pieno Rione Traiano centinaia di bambini tirano di scherma con Diego Occhiuzzi, salgono sul ring con Patrizio Oliva, si abbeverano ai campioni. Il tutto in un multifunzionale che ogni tanto denuncia qualche problema di manutenzione. Campioni? Occhiuzzi ne sta costruendo. Campionati giovanili per la sua Milleculure ma dietro l'angolo si affilano le sciabole per il futuro combattendo con lo spauracchio della perdita degli iscritti, strascico della pandemia.