Covid in Campania, record di contagi: «I positivi non controllati, green pass in tilt»

Covid in Campania, record di contagi: «I positivi non controllati, green pass in tilt»
di Ettore Mautone
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 08:06 - Ultimo agg. 17:11
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Esplosione dei contagi in Campania: nel giorno in cui i tamponi antigenici positivi non hanno più necessità di conferma del molecolare la regione batte ogni record. Sia di tamponi (125.665 di cui 77.387 antigenici e 48.278 molecolari) sia di casi (30.042 contro i 12.058 di martedì scorso), sia di percentuale di positivi al tampone (23,9% contro il 10,2% dello scorso martedì). E a smentire che Omicron faccia meno esiti letali o ospedalizzazioni (o a conferma che la variante Delta continui ad essere presente) si registrano 20 decessi, 8 nuovi ingressi in terapia intensiva e 6 ricoveri in più con un Rt che balza a 1,47. Infine la zavorra di ulteriori 21.519 attualmente positivi in più. Con questi numeri la Campania tecnicamente è in zona gialla: la percentuale di occupazione delle terapie intensive supera la soglia del 10 per cento e con il 12,2% si avvicina a grandi passi alla zona arancione. Tra l'altro i posti letto di area critica sono scesi da 720 a 699. Anche per le degenze di area medica il rapporto tra i 1.091 posti occupati sui 3.160 disponibili fornisce un tasso di occupazione del 34,5 per cento già da zona arancione.

Uno scenario complesso in cui il lavoro di tracciamento dei dipartimenti di prevenzione delle Asl è completamente saltato. Così anche i tempi di isolamenti e quarantene. Ecco la denuncia dei medici di famiglia: «L'aumento dei contagi ha fatto saltare il sistema, sono più di 50mila i cittadini che non ricevono l'obbligo di isolamento, liberi di uscire e di trasmettere l'infezione». A dirlo Vincenzo Schiavo, Ciro Cozzolino, Pietro Di Girolamo e Antonio Sardu delegati per le tre Asl di Napoli della Fimmg, il maggior sindacato di categoria. «Il sistema è saltato a causa della mancanza di automatismi tra la registrazione di un tampone positivo, l'assegnazione della quarantena e la guarigione col tampone negativo - spiega Schiavo - dopo un test positivo il paziente dovrebbe ricevere in automatico dalla piattaforma un provvedimento per l'isolamento ma gli uffici devono provvedere manualmente, i sistemi non sono allineati». «Escludendo tutti i casi in cui il cittadino compra il test in farmacia e se lo autosomministra aggiunge Luigi Sparano della Fimmg Napoli e volendo assumere per certa la disciplina del paziente chi certifica la guarigione? Chi aggiorna il green pass? E come si fa con le terze dosi da posticipare? Io su 56 miei pazienti attivi e positivi al Covid ne ho solo 4 dotati di un documento della Asl per l'isolamento».

«È un problema che si sta verificando in tutta Italia e con il via libera agli antigenici sarà peggio avverte Ferdinando Russo, manager della Asl di Caserta oggi ho oltre 4.800 positivi di cui 1500 da test molecolari.

Con questi numeri non c'è tracciamento né monitoraggio. Chi ha fatto un antigenico positivo nei giorni scorsi e oggi è negativo al molecolare deve essere considerato guarito? Oggi possiamo seguire solo i fragili e gli over 50 magari per intervenire con i monoclonali. Questo disallineamento tra le piattaforme lo ha creato il ministero. Non era competenza delle Asl aggiornare le piattaforme per automatizzare le nuove procedure». «A questo punto andrebbero seguiti solo i non vaccinati per semplificare aggiunge Gaetano D'Onofrio direttore sanitario della Asl Napoli 3 sud sono i numeri a mettere in ginocchio la sanità pubblica. In altri Paesi europei è già all'ordine del giorno l'endemizzazione del virus (infezione stabilmente presente nella popolazione nda) e bisognerebbe lavorare solo per vaccinare, proteggere i fragili, curare i malati. I non vaccinati sono ancora 1,3 milioni in Campania». «Pur spingendo al massimo su personale ormai allo stremo conclude Ciro Verdoliva manager della Asl Napoli 1 i nuovi positivi che ogni giorno incalzano con i contatti stretti pongono un problema nazionale. E non sono ancora iniziate le segnalazioni dalle scuole. Si rischia il totale collasso. Ritenere endemico il virus sarebbe di aiuto ma non ci sono certezze epidemiologiche e infettivologiche».

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