Campania, scuola al via con l’esercito dei precari e il pasticcio supplenze

Campania, scuola al via con l’esercito dei precari e il pasticcio supplenze
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 12 Settembre 2022, 23:15 - Ultimo agg. 13 Settembre, 18:13
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Suona la campanella in Campania, sebbene molte classi del primo ciclo abbiano anticipato a ieri il primo giorno di scuola, come prevede il regolamento regionale. Quest’anno gli alunni campani sono 818.772, quasi 16mila in meno rispetto allo scorso anno per il calo demografico che colpisce anche la nostra Regione, infatti le perdite maggiori sono nella scuola primaria (-5mila), secondaria di secondo grado (-4.4mila), secondaria di primo grado (-4mila), mentre nelle scuole dell’Infanzia il calo è lieve (-2mila). Le classi nelle statali sono 43.364 mentre gli alunni disabili sono 31.659, ben 1.300 in più rispetto allo scorso anno scolastico. Per ordinanza sindacale riapriranno invece il 19 settembre le scuole a Capaccio Paestum e Agropoli per il protrarsi delle alte temperature che renderebbero difficoltoso il regolare svolgimento delle attività didattiche in aula, mentre a Centola il 17 settembre per la presenza ancora elevata di turisti e quindi di traffico. Se una delle incognite è il problema energetico, restano sul tavolo i problemi di sempre, in primis quello dell’organico.

La gioia per gli studenti sarà entrare in aula senza mascherina, con le lezioni frontali finalmente possibili al 100 per cento, e via anche i controlli della temperatura, la Dad per i malati e contagiati, il distanziamento e gli ingressi scaglionati. «Torneremo a guardarci in viso, a sederci più vicini, a riprendere attività e abitudini che avevamo dovuto mettere da parte», ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ma a Napoli ci sarà lo stop del 19 settembre per San Gennaro, mentre poi ci sarà l’altro stop per le elezioni politiche nelle scuole utilizzate come seggio. Alcuni istituti, come il 55° circolo didattico Piscicelli di Napoli, che ha 1.150 studenti tra primaria e infanzia, hanno deciso di tenere ancora divisi i bambini nei banchi e di prevedere ingressi e uscite scaglionati. «Non siamo tornati ai due bimbi seduti insieme, manteniamo ancora un po’ di prudenza» spiega la dirigente Gabriella Talamo.

Per i sindacati mancano 220mila insegnanti su 850mila e ci sono ancora troppi precari, con l’algoritmo per le supplenze che continua a fare pasticci e anche dopo le prime serie di rettifiche, in seguito ai reclami dei docenti, le graduatorie GAE e GPS contengono errori.

In Campania ci sono 73mila docenti di cui uno su cinque precario, e quest’anno secondo la tabella aggiornata all’8 settembre dal Ministero dell’Istruzione, le nuove immissioni in ruolo e gli incarichi finora eseguiti sono 3.641 ma dovrebbero esserci almeno altre mille non ancora contabilizzate. I dati più recenti del precariato sono pubblicati ufficialmente sul Portale dati del Ministero dell’istruzione per l’anno scolastico 2020-21 e riguardano in tutto 212.407 docenti con contratto a tempo determinato, di cui 65.187 (il 30,7%) con supplenza annuale su posto vacante o disponibile, e altri 147.220 (il 69,3%) con supplenza fino al termine delle lezioni, ossia al 30 giugno.

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«Se anche quest’anno almeno 150mila docenti sono ancora da nominare, perché precari, c’è poco da stare tranquilli. Se poi la metà sono pure di sostegno direi che c’è un’emergenza in atto da tempo che chi governa la scuola non riesce o non vuole evidentemente affrontare. E i sette concorsi svolti o da svolgere non hanno portato i frutti sperati» afferma Marcello Pacifico, presidente di Anief che sottolinea la mancanza di 1.700 DSGA e 500 Presidi, 14 mila Ata, cioè amministrativi, tecnici e ausiliari. «Poi ci sono 43mila docenti su 94mila non assunti in ruolo per non avere aperto ai precari con 36 mesi e nemmeno concesso le assunzioni da Gps, che portano a 180 mila le supplenze annuali da stipulare, la metà delle quali su sostegno. E quest’ultimo dato è particolarmente grave se si pensa che in poco più di dieci anni gli alunni disabili sono raddoppiati». Per la Uil «sono 70 mila i posti tra docenti e Ata, non assegnati. Restano vacanti circa 52.mila posti per il personale docente a cui si aggiungono almeno 200mila supplenti».

Ciò che preoccupa molto i dirigenti scolastici è il caro energia. «L’aumento dei prezzi dell’energia è un tema molto caldo, ci sono indicazioni del governo sulla riduzione del tempo scolastico e per ridurre la settimana, lasciando quindi i ragazzi a casa il sabato. Comprensibile che ci sia questi tentativi di trovare una soluzione ma va un po’ in contraddizione con ruolo della scuola e l’idea di lasciarle aperte il più possibile», ha detto l’assessore all’Istruzione del Comune di Napoli Maura Striano. «La scuola - spiega Striano - ha il dovere di essere un presidio in modo continuativo, ridurre le ore riduce il tempo da dedicare al lavoro educativo e didattico. Io però da pedagogista e assessore vedo con diffidenza e preoccupazione l’ipotesi di mandare gli studenti a casa o tenerli a scuola meno tempo per il caro energetico. Se lo Stato deve intervenire a supportare aziende e famiglie, intervenga a supportare la scuola».

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