Campania, è caos presidi a scuola: scatta l'obbligo di rotazione

Decine di dirigenti scolastici dovranno cambiare sede per le regole anticorruzione

Gli accorpamenti nelle scuole campane
Gli accorpamenti nelle scuole campane
di Mariagiovanna Capone
Domenica 26 Marzo 2023, 00:00 - Ultimo agg. 18:45
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La legge Severino esiste ormai da oltre dieci anni, ma le «Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione» finora non erano mai state applicate nel mondo della scuola. Le avvisaglie di un cambiamento sono iniziate a ottobre ma solo a gennaio l’Anac, Autorità nazionale anticorruzione ha inviato una nota in cui ha ricordato l’obbligo di rotazione per i dirigenti scolastici per prevenzione alla corruzione, come definito da un’indicazione del codice confermata nel 2012. Pur considerando le istituzioni scolastiche a ridotto rischio corruttivo, come espresso da una delibera del 2017, Anac ha richiamato a una graduale rotazione dei dirigenti scolastici. In questi mesi sindacati e associazioni dei presidi hanno provato a contestare la decisione, ma ormai negli Uffici Scolastici Regionali si lavora di gran lena affinché dal prossimo anno scolastico i dirigenti con oltre due mandati nello stesso istituto, cioè sei anni, siano trasferiti. 

In Campania, il piano dell’Usr illustrato dal direttore Ettore Acerra ai sindacati prevede la rotazione ogni 9 anni e comunque a scadenza di contratto, tenendo presente anche i prossimi accorpamenti tra scuole e i pensionamenti futuri.

Le rotazioni, da farsi coinvolgendo i sindacati nelle scelte, dovranno mantenersi nel raggio di 50 chilometri. A livello nazionale dovrebbero essere oltre un migliaio i ds coinvolti, mentre in Campania si parla di un minimo di 22 a un massimo di 58, numeri tutto sommato bassi rispetto ad altre Regioni. 

L’obbligo di rotazione è stato ignorato fino a oggi ma adesso viene specificato da Anac che deve avvenire attraverso «una adeguata programmazione da parte degli Uffici scolastici, definendo una procedura di rotazione ordinaria periodica, con il coinvolgimento preventivo delle organizzazioni sindacali». L’esigenza di far applicare la norma è nata dal fatto che gli istituti scolastici, operando come autonome stazioni appaltanti, sono chiamati a gestire risorse economiche anche ingenti per l’affidamento dei contratti pubblici e questo vale ancora di più di fronte ai finanziamenti del Pnrr che li vede coinvolti. Anac ha quindi chiesto anche alle scuole di applicare tutti gli adempimenti connessi con la trasparenza amministrativa. Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli ha definito «assolutamente inappropriato accomunare le scuole ai grandi apparati amministrativi della pubblica amministrazione». Opinione condivisa da Cisl Scuola, Flc Cgil, Snals Confsal e Uil Scuola che hanno ribadito «il più totale disaccordo con la decisione» e chiesto un intervento del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara «affinché sia affermato il principio della continuità amministrativo gestionale nelle scuole» ma ciò non è avvenuto. 

La misura entrerà a regime dal prossimo anno scolastico 2023/2024, e le rotazioni dovranno essere fatte dall’Usr insieme ai sindacati considerando le indicazioni di Anac. «Uil Scuola Campania ha insistito sulla sua netta contrarietà all’applicazione di qualsiasi rotazione» ha precisato il segretario regionale Roberta Vannini che ha però sottolineato «il clima collaborativo con Usr Campania e gli altri sindacati per le decisioni da prendere». I dirigenti scolastici in Campania che dovranno cambiare sede sono tra 22 e 58, ma più coerentemente una trentina, come emerso dal riunione del direttore dell’Usr Campania Ettore Acerra coi sindacati, dove sono stati delineati i criteri delle scelte da consegnare entro il 31 marzo. Tra questi, la rotazione dei ds ogni 9 anni e comunque a scadenza di contratto, poi scatterà l’incompatibilità e quindi il trasferimento. Inoltre, sarà valutata anche l’età anagrafica e contributiva al fine di affidare nuovi incarichi dirigenziali solo a coloro che possono permanere in servizio per almeno un triennio, cioè sarà escluso dalla rotazione chi andrà in pensione entro tre anni. La rotazione, al termine del terzo incarico triennale consecutivo, dovrà avvenire entro un raggio di 50 chilometri rispetto alla sede di provenienza, possibilmente mantenendo l’incarico all’interno dello stesso comune, o assecondando l’eventuale preferenza del dirigente, se non oggetto di conflitti di interesse. Non ci sarà rotazione per chi ha appena ricevuto una proroga al contratto, mentre i beneficiari della legge 104 avranno una sede nel comune di residenza propria o del familiare da assistere. Il numero basso di dirigenti campani da far ruotare è dovuto sostanzialmente a due fattori: alto numero di contratti recentemente rinnovati e pensionamenti, ma anche al numero di istituti scolastici sottodimensionati e che quindi saranno accorpati a un altro istituto. Così facendo, da due presidi si passerà a uno. 

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Sebbene nel documento inviato a gennaio, Anac riconosca il ridotto rischio corruttivo della scuola, viene precisato che la rotazione dei dirigenti scolastici non va intesa come una forma di «sfiducia o di punizione» nei loro confronti ma quale strumento di prevenzione della possibile insorgenza «di collusioni, incrostazioni o di pressioni esterne», data la perdurante permanenza nello stesso incarico di vertici per più e più anni. «È pertanto raccomandabile - afferma Anac - la periodica rotazione, che diventa necessaria ogni qualvolta si ravvisino rischi specifici di corruzione, anche minimale».  

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