Terza dose in Campania, il programma: over 80 vaccinati dal medico di famiglia

Terza dose in Campania, il programma: over 80 vaccinati dal medico di famiglia
di Ettore Mautone
Lunedì 27 Settembre 2021, 23:00 - Ultimo agg. 29 Settembre, 07:12
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Sono poche migliaia, poco più di 5 mila in sette giorni, le terze dosi di vaccino anti-Covid somministrate in Campania dal 20 settembre scorso, data di partenza del nuovo piano vaccinale fatto scattare con la circolare ministeriale emanata il 14 di questo mese. Richiami destinati a 52 mila pazienti ad alto rischio per malattie che colpiscono il sistema immunitario (immunodepressi) o fragili per le terapie a cui sono sottoposti. A questi ora si aggiungono anche i fragili per età con la nuova nota del ministero della Salute che dispone alle regioni l’erogazione della terza dose di vaccino antiCovid ad anziani ospiti delle Rsa (10 mila in Campania che è già partita) ultra 80enni (una platea di circa 304 mila residenti) e il personale esercente le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario a partire dai soggetti di età superiore o uguale ai 60 anni o con patologia concomitante tale da renderli vulnerabili a forme di Covid-19 grave o con elevato livello di esposizione all’infezione (altri 40 mila almeno su un totale di oltre 100 mila camici bianchi).


A contare le punture effettuate in una settimana in Campania si procede molto a rilento: fatta eccezione del ritmo impresso alla somministrazione della dose aggiuntiva agli anziani ospiti delle Rsa e ai dializzati - persone facilmente identificabili e raggiungibili nei rispettivi luoghi di cura e di assistenza - per gli altri, gli immunodepressi ad esempio, inseriti in una corsia preferenziale le vaccinazioni sono state finora offerte col contagocce. Non funziona insomma, il criterio dell’accesso diretto senza prenotazioni: le richieste si contano nell’ambito delle poche decine al giorno per ciascuna delle sette Asl campane. «Finora abbiamo somministrato in tutto 704 dosi - avverte Ferdinando Russo, manager della Asl di Caserta - di cui 414 dosi booster (di potenziamento) agli anziani distribuiti tra le Rsa e le Case albergo e 290 dosi aggiuntive a immunodepressi severi, dializzati, trapiantati ed oncologici».

In dettaglio 342 anziani ospiti delle Rsa e i restanti 72 anziani di 9 Case Albergo per anziani. Il lavoro, nelle case per anziani che a Caserta hanno circa 1000 ospiti, è solo all’inizio ma sono gli accessi diretti a mancare all’appuntamento e si pensa ad altre strategie di offerta attiva. Una media simile nelle altre Asl in rapporto alla popolazione. 

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Come procedere dunque per gli ultra 80 enni, che andranno reclutati a partire dai primi vaccinati di febbraio? La strategia migliore sarebbe un’offerta proattiva, una medicina di iniziativa radicata sul territorio attorno alla rete dei medici di famiglia, dei farmacisti e dei distretti. In Campania su 3.800 camici bianchi di famiglia solo un terzo ha risposto all’appello confluendo nella categoria dei vaccinatori. Sono loro ad avere il polso dei propri pazienti, a conoscere l’età, la storia clinica, le patologie, ad avere i numeri di telefono per sollecitarli, gli indirizzi per assicurare i richiami anti-Covid a studio o a domicilio. Dal giugno scorso i medici di famiglia che hanno risposto al progetto regionale hanno effettuato circa 450 mila vaccinazioni di cui 30 mila somministrate a domicilio. Di queste a Napoli se ne contano 62.500 in totale e 30mila a casa del malato con 200 medici su 500 convenzionati impegnati di cui una trentina che si sono fatti carico anche dei pazienti dei loro colleghi renitenti alla chiamata. Un risultato discreto che, tuttavia, ora andrebbe consolidato e reso strutturale per evitare code al freddo o al sole, disagi e mancate coperture in questa nuova tornata vaccinale. 

«Qualunque sia il sistema di reclutamento scelto, le sollecitazioni con messaggi da parte delle Asl, gli accessi diretti nei centri vaccinali e nei distretti - sottolinea Pina Tommasielli, medico di famiglia ed esponente della categoria in seno all’unità di crisi regionale - sulle terze dosi si gioca una partita cruciale. Dobbiamo assolutamente evitare di tornare alle file degli ottantenni negli hub vaccinali, alle carrozzine in attesa al sole o al freddo. Oggi l’affluenza spontanea è molto scarsa e pone un problema di copertura. Alla prima impennata di casi durante l’inverno sarebbe il caos. Oggi le dosi di vaccino ci sono, le Asl assicurano forniture senza restrizioni. La categoria a cui appartengo, che a livello nazionale è impegnata a rispedire al mittente la richiesta dei governatori del nostro passaggio alle dipendenze del Servizio sanitario, ha l’opportunità di dimostrare che anche con l’attuale assetto, incentrato sull’autonomia, è capace di conseguire rilevanti obiettivi di salute pubblica. Un anno fa in Campania i colleghi hanno somministrato 1,5 milioni di dosi di antinfluenzale. La terza dose di antiCovid può tranquillamente essere erogata insieme al vaccino contro l’influenza stagionale e cogliere l’opportunità di evitare file e disagi a chi deve essere raggiunto a domicilio o può venire presso i nostri studi. Gli hub saranno sempre più inutili e dispendiosi sia per i costi di struttura sia di personale».
 

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