Campania zona arancione, riaprono duemila negozi: «Se non si vende è finita»

Campania zona arancione, riaprono duemila negozi: «Se non si vende è finita»
di Gennaro Di Biase
Domenica 6 Dicembre 2020, 09:00 - Ultimo agg. 12:03
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Sono 2.300 i negozi che riapriranno oggi tra Napoli e provincia, nel primo giorno di zona arancione tra la speranza di salvezza per migliaia di attività commerciali e il pericolo assembramenti. Già quello di ieri è stato un sabato rosso-arancio: la gente in strada è decisamente aumentata, dal centro al Vomero, dalla Pignasecca a via Scarlatti. Il Natale 2020 ripropone, insomma, il duello mai interrotto da marzo a oggi, ma con tinte più aspre: «L'obiettivo - lancia l'allarme Pasquale Russo, direttore di Confcommercio Campania - è mantenere le perdite di fatturato annue entro il 40%, altrimenti migliaia di negozi rischiano il fallimento. Ci sarà una seconda ondata di chiusure». 

Negozi d'abbigliamento per adulti e di accessori, gioiellerie, centri estetici: sono queste le (nutrite) categorie di attività riaperte dopo la chiusura del 15 novembre (giorno in cui la Campania fu inserita in zona rossa).

Non cambia nulla, nei fatti, per ristoranti e bar, anche se non è escluso che, con la zona arancione, un «30% dei bar diurno potrebbe riaprire per l'asporto», secondo le stime di Fipe. Il destino di tanti è appeso allo shopping: «Tutti i 2300 commercianti che ripartono si giocano la salvezza con questo Natale prosegue Russo In particolare nel tessile e nelle calzature. In un anno normale, il 35% del fatturato lo si fa tra l'Immacolata e Capodanno. Si mira ad aumentare gli incassi rispetto a questo 35%, ma si teme il contrario. I colleghi di Milano, che hanno già riaperto, mi hanno parlato di incassi sotto la media. La gente era in strada per camminare. Nel 2020 già si è perso il 40% di fatturato con le chiusure di primavera. È fondamentale non andare in perdita ulteriore. Confcommercio sta lavorando a una piattaforma di vendita sul Web, una sorta di local shop online che competa con i colossi delle vendite online come Zaalando e Yoox. Salvare il negozio sotto casa, anche con acquisti a distanza, è una responsabilità civile». 

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Oggi riaprono anche i maestri del presepe. «Abbiamo predisposto nei nostri locali tutte le misure necessarie per evitare affollamenti - spiega Gabriele Casillo dell'associazione Botteghe di San Gregorio - ma per quanto riguarda l'esterno dei negozi la responsabilità del distanziamento spetta al Comune. Abbiamo lavorato nei mesi scorsi con Palazzo San Giacomo al progetto di contingentamento, che prevede la presenza di 30 unità della Protezione civile in centro storico. Speriamo fili tutto liscio. Domani inoltre, aspettiamo Hugo Maradona e un rappresentante del Comune, forse il sindaco, per il saluto al Pibe de Oro. Il cardinale, impegnato per le celebrazioni dell'Immacolata, non ci sarà. Presenzierà padre Domenico della Basilica di San Lorenzo». «Nutriamo buone speranze, da quello che sentiamo in giro: i gioielli creano emozione e possono risollevare gli animi in un anno difficile dice Roberto De Laurentiis, presidente di Borgo Orefici Spero che potremo recuperare un 30% delle perdite del 2020, che al momento arrivano all'80%. Per evitare assembramenti abbiamo fatto esporre la capienza di ciascun negozio e tutti siamo attrezzati con gel e termoscanner». 

Per le 597mila imprese della Campania secondo i dati di Confesercenti sono andati in fumo 47 miliardi di fatturato da marzo: 97 miliardi nel 2019 contro i 50 del 2020. «Riaprono finalmente negozi di abbigliamento, centri estetici e di calzature - commenta il presidente di Confesercenti Campania, Vincenzo Schiavo - la cui chiusura era paradossale. Ma il passaggio da zona rossa ad arancione è per noi un bluff, perché poco cambia per le attività». Ma i rischi non sono solo economici e l'equilibrio tra virus e shopping si prospetta assai delicato. Ieri il traffico (veicolare e non) è sensibilmente aumentato, come dimostra il passeggio serale in via Scarlatti e Toledo. Anche se il lockdown della zona rossa è stato light, con l'arancione non bisognerà più motivare gli spostamenti personali all'interno del Comune. Questa è una differenza non da poco negli animi dei cittadini. «La gente è esausta racconta come tanti Martina in piazza Vanvitelli Vogliamo uscire, tornare alla normalità». 

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