Campania zona gialla, via libera con 90 mila positivi ma ci sono un milione di vaccinati e il 90% dei contagiati è paucisintomatico

Campania zona gialla, via libera con 90 mila positivi ma ci sono un milione di vaccinati e il 90% dei contagiati è paucisintomatico
di Ettore Mautone
Sabato 24 Aprile 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18:28
4 Minuti di Lettura

La Campania, a sorpresa, entra in zona gialla: il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di Regia (Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità) ha firmato ieri le nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 26 aprile. È in area rossa solo la Sardegna, in area arancione troviamo Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d'Aosta mentre tutte le altre regioni, compresa la Campania, transitano in area gialla. Dopo una lunga analisi, un approfondimento certosino dei dati e un'attenta valutazione dell'attuale pressione sugli ospedali della rete Covid della Campania, la cabina di regia, smentendo le previsioni della vigilia, ha fatto scattare il via libera al regime di minori restrizioni rispetto all'attuale zona arancione inserendola nel grande gruppo delle regioni del centro Nord (eccetto la Valle D'Aosta) che sulla carta hanno indici molto migliori.

La Campania, è bene chiarirlo, ha dati epidemiologici borderline: l'indice Rt (indicatore della diffusione e capacità del virus di propagarsi) solo per un pelo è collocato sotto il valore soglia di 1 (attestato allo 0.92 del 18 aprile ma che nel frattempo è già risalito attorno a 1 nel calcolo attuale).

Anche l'incidenza (ossia i nuovi contagi contati in una settimana in rapporto a 100 mila residenti) risulta molto ballerina ed è, a giovedì scorso, ancorata a quota 224, ossia più vicina al valore della zona rossa (250) che a quello dell'area gialla (dovrebbe essere inferiore a 200). Un livello molto più alto di tutte le altre regioni in giallo che in media si aggirano attorno a 150 mentre la Campania, per una sola volta negli ultimi due mesi, con 199, ha raggiunto l'obiettivo, in particolare nella prima delle due settimane prese in considerazione nel monitoraggio di ieri. 

Cos'ha spinto dunque i tecnici del ministero della Salute a una valutazione così ottimistica per la Campania? Innanzitutto il basso impegno dei posti letto critici della rete ospedaliera Covid. Le terapie intensive, ad esempio, viaggiano con numeri di posti occupati che oscillano tra le 130 e le 146 unità (quest'ultimo il dato di ieri) ossia circa il 25 per cento della capienza totale a fronte di un limite fissato al 30 per cento. Anche le aree mediche sono costantemente sotto soglia e non si registrano affanni nei pronto soccorso. Tutto questo nonostante la variante inglese sia diventata autoctona e il numero record di attualmente positivi (oltre 92 mila) continuino a fare da serbatoio al virus. Il basso rapporto tra positivi e ospedalizzati è del resto una anomalia costante che accompagna la Campania sin dall'inizio della pandemia e stride nel raffronto con la Lombardia ad esempio che di positivi ne ha 51mila con il doppio della popolazione ma di terapie intensive occupate ben 644, quattro volte quelli della Campania dove invece risiede un contagiato su cinque in Italia. A far propendere la bilancia delle decisioni dal lato del giallo (anziché confermare l'arancione) è stato infine il fatto che in Campania, il 90 per cento dei sintomatici a Sars-Cov-2 si esprime con segni sfumati di malattia (paucisintomatici), il che unito alle buone performance vaccinali ha convinto i tecnici del ministero a promuovere la regione in area gialla.

«Ad essere cambiato - conclude Enrico Coscioni, consigliere per la Sanità del presidente della Regione Vincenzo De Luca e presidente di Agenas - è anche lo scenario clinico. Da almeno una decina di giorni sono calate le forme più aggressive che si vedevano a marzo e c'è un abbassamento della tensione nelle corsie». Uno scenario che andrà a vantaggio soprattutto del settore della ristorazione che, dal 26 aprile, potrà operare a pranzo e a cena purché all'aperto (col vecchio decreto in zone gialle era possibile anche nelle sale interne), andare a cinema, teatro, frequentare attività concertistiche e live club che, sempre da lunedì prossimo, riaprono al pubblico con limitazioni riguardo alla distanza tra i posti (minimo un metro) e alla capienza (fissata al 50 per cento di quella massima fino a un massimo di 500 al chiuso e di mille all'aperto). Se poi si riuscirà a consolidare e conservare il dato epidemiologico dal 15 giugno riprenderanno anche fiere, congressi e attività ludiche e termali. Bisognerà tuttavia vigilare molto attentamente: anche i dati di ieri non sono rassicuranti con 1.970 nuovi casi (10 per cento di positivi al tampone), 49 decessi (contro i 26 del giorno prima), 8 attualmente positivi più, tre posti di terapie intensiva occupati in aggiunta rispetto al giorno prima. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA