Campania zona gialla, si riparte: «Ma basta chiusure, ora serve continuità»

Campania zona gialla, si riparte: «Ma basta chiusure, ora serve continuità»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 11 Gennaio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 20:58
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Giallo, ma con richiamo. Dopo il weekend arancione, in vista delle aperture da oggi di tutti i negozi e pubblici esercizi, parte la corsa per tanti imprenditori napoletani, che si preparano in queste ore ad adeguare i locali per rispettare il documento sottoscritto ieri da Palazzo Santa sul rispetto delle norme anti-Covid. Nessuna ordinanza restrittiva, stavolta, firmata da De Luca, dopo che il governo ha lasciato la Campania nella fascia di rischio più contenuta almeno fino al 15 gennaio. Ma una raccomandazione scritta che tocca alcuni punti chiave da rispettare e che invita «le forze dell'ordine a intensificare i controlli sull'osservanza delle misure a tutela della salute pubblica». Probabile, dunque, un aumento delle sanzioni. Ristoratori e baristi chiedono ora «continuità di lavoro», e sottolineano «l'impossibilità di sostenere nuove chiusure».

Se all'orizzonte c'è una stretta sulle norme, diventa impossibile non notare che la maggioranza dei negozi partenopei (di ogni comparto: abbigliamento, alimentari, elettronica) non rispetta al millesimo ognuna delle (tante) norme anti-Covid ricordate ieri da Palazzo Santa Lucia. Sono pochi gli esercizi che «espongono in vetrina il numero massimo di persone consentite all'interno del locale» o che rilevano «all'ingresso la temperatura corporea». Le associazioni di categoria si stanno muovendo per evitare irregolarità, ma anche per scongiurare il pericolo di eventuali sanzioni ai danni delle attività: «Abbiamo ricordato a tutti gli associati più volte di rispettare ogni normativa anti-Covid - spiega Carla Della Corte, presidente di Confcommercio Napoli - E abbiamo già inviato a tutti, ieri alle 15 via mail, il richiamo della Regione. In queste ore tanti tra gli esercenti che non avevano esposto in vetrina il numero di persone consentite all'interno del locale stanno provvedendo. Sarebbe assurdo essere multati per una cosa del genere. Solo rispettando le regole aumentano le possibilità di restare gialli e scongiurare così nuove chiusure». «Che De Luca chieda rigore e controllo è giusto - dicono Vincenzo Schiavo e Antonio Viola di Mammina e Fiepet - distanziamento, termoscanner, sanificazione, obbligo di mascherina, rispetto del numero massimo consentito e l'esposizione di questo numero in vetrina vanno rispettati.

Sarebbe però un paradosso che in un momento di crisi aumentassero anche le multe per gli esercenti, specialmente in quei casi in cui a comportarsi in maniera non conforme sono i clienti. Faccio un esempio: se all'esterno di un bar si crea una folla, non può essere punito il barista. Aumentino i controlli nelle strade e non solo negli esercizi commerciali. E per quanto riguarda la ristorazione serve assolutamente una continuità di lavoro. Il settore ha bisogno di programmare e non può sostenere nuove chiusure».

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La tensione non è placata, tra baristi e ristoratori, che nelle chat si dicono pronti a nuove forme di protesta in caso di chiusure regionali mirate. I pubblici esercizi, da oggi, possono aprire ai clienti fino alle 18. «Tra limitazioni di distanziamenti tra tavoli e limitazioni di commensali non appartenenti allo stesso nucleo familiare, che possono essere al massimo 4 per tavolo, si perde il 50% dei posti disponibili in ogni locale - dice Massimo Di Porzio di Fipe - La cosa più difficile sarà poi chiudere sabato e domenica. Per il prossimo futuro tanti colleghi pensano di proporre alle istituzioni di aprire anche a cena, 5 giorni su 7 e weekend esclusi, o di lavorare fino alle 18 anche sabato e domenica. Ci serve continuità di lavoro, altrimenti per noi non ci sarà nessuna ripresa». Per quanto riguarda i bar nelle location della movida, che chiudono come gli altri alle 18 ma possono servire drink fino al coprifuoco delle 22, l'attenzione in queste ore va al confezionamento delle consumazioni d'asporto, che va garantito se si vuole evitare il rischio di una sanzione. «Apro uno solo dei miei due locali in via Bisignano - dice Filippo Boccoli di 66 - Ma non so a quanto potrà servire: per i nostri affari è essenziale la sera. Assieme ai drink tappati servirò le cannucce imbustate».

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