Campi Flegrei, studio più accurato dei vulcani con nuovo cavo sottomarino

Campi Flegrei, studio più accurato dei vulcani con nuovo cavo sottomarino
Martedì 13 Settembre 2022, 17:24
3 Minuti di Lettura

«Installeremo, appena ci saranno le condizioni per farlo, un cavo a fibra ottica sottomarina che ci darà soluzioni nuove per la conoscenza della caldaia sommersa». L'annuncio è di Francesca Bianco, ex direttrice dell'Osservatorio vesuviano di Napoli e da agosto alla guida del dipartimento vulcani dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. L'Ingv intende installare nei prossimi mesi un cavo sottomarino per rendere ancora più accurato lo studio dell'area dei Campi Flegrei.

I Campi Flegrei da alcuni mesi sono interessati da uno sciame sismico collegato a una ripresa del bradisismo, che produce a Pozzuoli e dintorni un sollevamento del suolo e suscita inevitabili preoccupazioni nella popolazione. «C'è già un sistema integrato multiparametrico all'avanguardia in Italia che studia i Campi Flegrei, il vulcano più attivo del territorio. È il sistema Medusa che già funziona per i dati marittimi e che verrà ulteriormente potenziato nei prossimi mesi con questo cavo sommerso».

«I vulcani in Italia sono tanti, più di quanti ci si immagina.

Quello attivo più a nord è ai Colli Albani, poi scendendo ci sono Vesuvio, Campi Flegrei, Etna e i tanti siciliani. In generale li studiamo al meglio con le nostre risorse tecnologiche, nelle aree urbanizzate su cui facciamo continui monitoraggi».

Video

Francesca Bianco ha anche parlato dello studio sulle potenzialità geotermiche delle Eolie che l'Ingv sta conducendo, insieme al dipartimento regionale dell'energia della regione Sicilia. «Negli anni scorsi abbiamo studiato anche i Campi Flegrei e lì i risultati hanno portato a escludere la chance della geotermia. Lì il sistema è in pressione, con alta temperatura nella circolazione dei fluidi. L'infrastruttura di acquisizione di energia creerebbe sismicità, modificando i fluidi in profondità», compromettendo le osservazioni scientifiche in corso.

Rimane in Sicilia la possibilità di utilizzare, in piena emergenza da caro bollette, tra le fonti rinnovabili, il calore naturale dei vulcani«Stiamo studiando in maniera approfondita la possibilità di dare il via libera a sistemi geotermici sui vulcani siciliani, in particolare nelle isole Eolie. Naturalmente noi valutiamo dal punto di vista fisico e chimico le caratteristiche delle aree, poi saranno altri a esprimersi sulla sfruttabilità geotermica. In Italia c'è da molti anni un impianto geotermico in Toscana, dove però esiste un sistema stabile e non dinamico come, ad esempio, quello dei Campi Flegrei. In Sicilia dobbiamo capire se possa esistere un serbatoio geotermico che sia una fonte energetica sfruttabile. Per costruire un impianto geotermico bisogna sapere cosa c'è sotto i nostri piedi e quindi capire se in quei vulcani ci sono le condizioni fisico-chimiche adatte. Il tema della geotermia è importante, parliamo di risorse sostenibili, già usate in molti altri Paesi. È una delle strade su cui l'Italia può muoversi in futuro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA