Maxicampo rom abusivo a Gianturco, l'ira dei residenti: «Basta roghi tossici»

Il nuovo campo rom abusivo di Gianturco
Il nuovo campo rom abusivo di Gianturco
di Antonio Folle
Lunedì 11 Novembre 2019, 17:48 - Ultimo agg. 17:51
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Un'area di diverse migliaia di metri quadrati completamente occupata da uno degli insediamenti rom più grandi della città. Quintali di rifiuti dati alle fiamme ogni notte - ma anche in pieno giorno - per estrarre rame da rivendere sul mercato nero. Altissime muraglie che riparano alla vista della città le attività che si compiono all'interno di un insediamento abusivo nel quale vivono praticamente abbandonati dalle istituzioni centinaia di persone. Sentinelle ai cancelli pronte a rilevare qualsiasi movimento "sospetto", anche una semplice richiesta di informazioni. Questa è l'attuale situazione di via Emanuele Gianturco, una zona dimenticata da tutti dove alcune decine di famiglie rom hanno occupato i locali che fino a qualche anno fa ospitavano gli studi di una importante emittente televisiva campana a due passi dall'ex mercato ortofrutticolo.

La tensione tra i rom e i residenti della zona è alle stelle. I cittadini puntano il dito contro i nomadi che, con i loro continui roghi, rendono l'aria praticamente irrespirabile. Più volte è stato chiesto lo sgombero di questo maxicampo abusivo - sorto circa un anno e mezzo fa - ma, ad oggi, ancora nessuno è intervenuto ne per lo sgombero ne, tantomeno, per un censimento. All'interno del campo rom di Gianturco ci sono decine di bambini che non vanno a scuola e non sono inseriti in alcun progetto di inclusione sociale. 
 

 

«Di questo problema sembrano essersi disinteressati tutti - tuona il portavoce di Identità Meridionale Giuseppe Alviti - a cominciare dalle istituzioni che avrebbero il dovere di ascoltare le rimostranze dei cittadini costretti a vivere a due passi dai roghi tossici appiccati giorno e notte. Secondo quanto ci hanno raccontato i cittadini il problema dei roghi si aggiunge al problema degli schiamazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte, al problema dei rifiuti, al degrado che è tipico di questa zona abbandonata di Napoli e alla pessima abitudine di alcuni rom di usare le aree verdi sia per espletare i loro bisogni fisiologici sia per dedicarsi ad atti sessuali».

Un problema spinoso, spinosissimo, quello dei rom che vivono a Napoli. Centinaia di persone - moltissime delle quali nate a Napoli - che vagano da una sistemazione temporanea all'altra. La politica cittadina fino ad oggi, nonostante i numerosi appelli ad accogliere i migranti provenienti da ogni parte del mondo, non è stata in grado di fornire una risposta ad un problema, quello dei rom, che forse meriterebbe ben altra attenzione. Emblematico il caso del campo rom di via del Riposo, una struttura temporanea che doveva sopravvivere solo 18 mesi - il tempo di dare una sistemazione ai rom sgomberati proprio dalla zona di Gianturco nel 2016 - ma che oggi è ancora in piedi e in drammatica espansione.
 

«Non ne facciamo un problema di razza o di etnia - ha proseguito Alviti - la nostra battaglia va anche in favore dei rom che non possono assolutamente vivere in queste condizioni. Il Comune di Napoli deve dare una risposta a loro e ai cittadini che hanno il sacrosanto diritto di vivere nelle loro case senza essere costretti a barricarsi dentro per non respirare la diossina che si sprigiona dai roghi. E' importante - ha poi concluso Alviti - che le istituzioni si decidano ad ascoltare questo ennesimo appello. Il rischio sempre più concreto è quello di vedere aumentare ancora di più l'escalation di rabbia dei cittadini che sono stanchi di vivere in queste condizioni. Con le conseguenze che tutti possono ben immaginare».

Complicato che, con il rimpasto alle porte e il probabile siluramento dell'assessore al Welfare Roberta Gaeta, il Comune sia in grado di fornire una risposta celere ad un problema sempre più sentito.
Chiunque occuperà la poltrona dell'ormai dimissionata Gaeta si ritroverà tra le mani la "patata bollente" di una bomba sociale che rischia di scoppiare a due passi da dove un'altra bomba - stavolta ecologica, nel rione Luzzatti - sembra essere sul punto di scoppiare.

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