Cannabis light, a Napoli la vendita è sospesa: in vetrina piante di basilico

Cannabis light, a Napoli la vendita è sospesa: in vetrina piante di basilico
di Rossella Grasso
Venerdì 31 Maggio 2019, 16:29 - Ultimo agg. 1 Giugno, 08:20
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«Non è concessa la vendita e la commercializzazione in generale, a qualsiasi titolo, dei prodotti derivati da cannabis salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante». Così la sentenza della Cassazione ha sancito forse l'illegalità della cannabis light. Forse, perchè non è chiaro cosa sia inteso come sostanza drogante.
 


«Non c'è una legge che stabilisca cosa significhi 'sostanza drogante' - dice Cristina Marino, titolare di Fumerò, grow shop nel centro storico - In precedenti sentenze della Cassazione non era ritenuta drognate la cannabis al di sotto dello 0,5% di thc. In questo senso i miei negozi vendevano già prodotti 'non droganti'. Dopo la sentenza del 30 maggio non dovrebbe cambiare nulla. Nell'insicurezza generale però ho momentaneamente sospeso la vendita di cannabis light».

Per Cristina, una delle prime ad aver aperto un grow shop a Napoli più di 10 anni fa non ci dovrebbero essere ripercussioni, salvo per i piccoli commercianti che magari vendono esclusivamente cannabis light che potrebbero non avere la forza economica per sostenere un eventuale sequestro ed essere costretti a chiudere anche se solo per un breve periodo.

«Non vendiamo droga - continua Cristina - e non è questo il problema della droga nel mondo dei giovani. Anzi, di solito i clienti di questo genere di attività sono professionisti che con la droga non hanno e non vogliono avere nulla a che fare. Sarebbe la regolamentazione la maniera migliore per cercare di allontanare i ragazzi dalla droga. Poco distante dal suo negozio il chioschetto a piazza Dante continua normalemente nelle vendite ma, pochi passi più avanti, un altro grow shop ha deciso di sospendere momentaneamente le vendite. È il Neoxseeds di Salvatore Gaudino, giovane imprenditore che nel settore sta avendo un grosso successo. In soli 4 anni ha aperto 3 negozi e ha uno staff di otto persone. «È solo una vittoria per la camorra - dice Salvatore - le droghe di cui parla Salvini non si fermeranno mai. Il consumo c'è e aumenta sempre di più». Stamattina Salvatore e il suo staff hanno deciso di mettere via la cannabis light e sostituire le piante in vetrina con quelle di basilico. «Meglio non rischiare - dice - Aspettiamo sentenze più definitive per capirci qualcosa in più».

Mentre Salvatore spiega il suo punto di vista arriva un suo fornitore a scaricare la merce. «Se lo stato non legalizza questo prodotto - spiega Davide - mi fermo io, si ferma Salvatore, si ferma l'azienda che produce il terreno, tante famiflie non lavorano. Il governo deve legalizzare la cannabis light, mica possiamo fare il basilico? Poi, si legalizza il tabacco che è molto più dannoso e non si può legalizzare un'erba che invece è terapeutica?». Anche al Vomero, come in tutta Napoli i grow shop sono sbucati all'improvviso numerosi. Tra questi Flower Farm che ha deciso di continuare la vendita anche dopo la sentenza della Cassazione perchè certi di star vendendo un prodotto legale per la legge vigente. «Quando abbiamo letto della sentenza ci siamo straniti perchè da poco l'erba con basso contenuto di thc è stata resa legale - dice Carla Fedora Corcelli di Flower Farm - Penso che chi ci governa dovrebbe informarsi prima bene sull'effettivo utilizzo di questa droga che non è droga. Il nostro corpo contiene già cbd che quest' erba riattiva aumentando il relax: è come farsi una spa o bere una tisana». 

Tra chi ha deciso di continuare a vendere cannabis light e chi invece ha temporaneamente sospeso le vendite il pensiero è comune: «Salvini dovrebbe occuparsi delle piazze di spaccio, non di negozi che pagano le tasse, con dipendenti in regola che danno regolarmente lavoro a ragazzi che ne hanno bisogno».

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