Cantiere Plebiscito, parla Garella: «Sì al dialogo ma decido io»

Garella e De Magistris
Garella e De Magistris
Martedì 30 Ottobre 2018, 08:47 - Ultimo agg. 09:23
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Due, forse tre settimane, non di più, poi il cantiere di piazza del Plebiscito per installare le camere di areazione della linea 6 del metrò dovrà ripartire. Il sovrintendente Luciano Garella - che aveva dato parere positivo - si è visto arrivare sulla scrivania un parere opposto da parte del Mibac che ha sospeso i lavori. Garella non si è impressionato più di tanto, anzi, del resto ha la certezza che l’ultima parola su questa vicenda spetti a lui. Tuttavia è uomo del dialogo Garella, non di rotture, così attenderà che il carteggio e le analisi in corso sulla situazione di piazza del Plebiscito siano esauriti per poi agire. «Parlare, confrontarsi, è sempre utile - racconta Garella - detto questo io la decisione l’ho presa e tocca a me la responsabilità di queste scelte. Chi dovesse in qualche modo avocarle a sé dovrebbe farlo in tutte le sedi perché io mi difenderò».

Parole dette senza volontà di fare polemica ma piuttosto per chiarire come in un Paese dove la fuga delle responsabilità è lo sport nazionale lui pratica un altro sport. Il sovrintendente è convinto che il dialogo e l’approfondita analisi dello stato dei fatti alla fine sciolgano tutti i dubbi anche al Mibac sì da far ripartire il cantiere senza provocare sprechi di soldi e di tempo. 
 
Venti giorni, questo il tempo che si è dato Garella e il suo ufficio affinché si metta la parola fine alla questione del cantiere di piazza del Plebiscito, in un senso o in un altro serve chiarezza. Anche il dibattito pubblico di questi giorni intorno a piazza del Plebiscito tra chi è favorevole o contrario alle grate sta avvelenando il clima. Giusto ricordare di cosa si tratta, di che cantiere si sta parlando. Il progetto prevede 14 mesi di lavori per ultimare la camera di ventilazione sotterranea al servizio della stazione Chiaia. Non sarà aperto nessun ingresso del metrò in piazza del Plebiscito: gli unici due accessi per il pubblico previsti saranno in piazza Santa Maria degli Angeli e a via Chiaia, sotto il ponte. La Linea 6 ex Ltr è già costata circa un miliardo, perdere altro tempo significherebbe gettare via i soldi già spesi e ritardare l’entrata in funzione della Linea 6. L’opera prevede un pozzo verticale, eseguito riutilizzando le opere esistenti realizzate con la Ltr per i mondiali del 1990 quando la piazza fu aperta quasi per metà, e un cunicolo orizzontale di 3 metri di diametro che collegherà la camera alla galleria della linea. Insomma il buco già c’è. Quindi sfruttando questo buco si evita di dover aprire un nuovo pozzo, inoltre con i lavori al Plebiscito si vanno a sistemare proprio quelle aree che sono abbandonate da 30 anni. Un allarme in questo senso è stato lanciato nei giorni scorsi dai tecnici e dagli ingegneri che stanno lavorando alla Linea 6, i quali hanno denunciato come «dai sopralluoghi effettuati è emerso che si trovano in un grande stato di degrado. Il pozzo è sorretto da pali accostati. È una bomba ad orologeria. Un’infiltrazione potrebbe creare una voragine. Se non è successo finora, non significa che non possa accadere». La recinzione definitiva occuperà una superficie di circa 1.800 metri quadrati, nella fase di maggiore estensione, a fronte di 25mila metri quadrati dell’intera superficie della piazza. «Particolare attenzione - confermano da Palazzo San Giacomo in queste ore convulse - è stata prestata allo studio dell’installazione del cantiere, per renderla consona al pregiato contesto urbano. A fine lavori sarà ripristinato lo stato dei luoghi, confermando il calpestio della piazza e il suo disegno».

Cosa ha scritto Garella nel dare il via libera al cantiere di piazza del Plebiscito? «Si ritiene che le opere siano compatibili in rapporto alle vigenti norme sulla tutela dei beni culturali». E ancora: «Sotto il profilo della tutela archeologica il progetto della camera riutilizza il manufatto preesistente dell’ex Ltr, approfondendolo all’interno del banco tufaceo, mentre è previsto un nuovo scavo in galleria di collegamento tra la camera di ventilazione e il tratto di galleria localizzato tra la stazione di piazza Santa Maria degli Angeli e quella di piazza Municipio». Uno scavo, precisava il parere, che «intercetta il banco tufaceo a quote in cui non risultano resti di interesse archeologico». Il Mibac ha capovolto - sotto la pressione di associazioni e movimenti ambientalisti - la versione di Garella per poi addivenire alla pretesa di «approfondimenti». 
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