Movida a Napoli nel caos, assessori in piazza con gli psicologi: «Non c’è solo lo sballo»

Movida a Napoli nel caos, assessori in piazza con gli psicologi: «Non c’è solo lo sballo»
di Gennaro Di Biase
Domenica 27 Febbraio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 19:26
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Passare in pochi passi dal cuore della movida sregolata del sabato sera al silenzio della psicoanalisi in chiesa. È successo ieri sera a decine di ragazzi che frequentano una delle location del by night più critiche degli ultimi anni in città, che sorge nei pressi di uno dei complessi ecclesiastici più antichi e prestigiosi del centro storico. Grazie alla parrocchia di don Salvatore Giuliano, alla vicesindaca con delega all’Istruzione Mia Filippone e all’assessora alle Attività Produttive Teresa Armato ieri sera presenti sul posto, i giovani di San Giovanni Maggiore Pignatelli hanno dialogato con gli psicologi per «comprendere i rischi e le motivazioni di un divertimento fatto di eccessi», come quello cui purtroppo si assiste sempre più spesso a Napoli e nelle altre metropoli. 

Un team di quattro professionisti del dialogo al servizio dei teen-ager dalle 22 circa, nel pieno della movida. L’evento è riuscito grazie alla disponibilità e alla presenza della cattedra di Maria Clelia Zurlo, docente ordinario di Psicologia Dinamica alla Federico II. 

È stata lei stessa, assieme ai dottori che lavorano con lei nell’Ateneo, a parlare con i ragazzi. «Il senso della nostra presenza in piazzetta dell’Orientale è dare sostegno alla lodevole iniziativa di don Salvatore Giuliano - spiega Zurlo - La malamovida può essere fermata solo attraverso il dialogo e offrendo uno spazio di ascolto ai teen-ager.

Siamo lieti di supportare la parrocchia con un aiuto professionale, che possa potenziare l’offerta della chiesa e l’inserimento dei giovani nella società. Vogliamo creare un’alternativa di pensiero per i ragazzi, e proveremo a creare un gruppo di ascolto e sostegno psicologico in funzione prospettica». «Grazie alla collaborazione dei giovani della parrocchia, portiamo i ragazzi dalla piazza alla chiesa - spiega don Salvatore - A centinaia sono venuti da noi. Non gli facciamo prediche sul comportamento, ma forniamo loro ascolto. E proprio l’ascolto, come emerso dai colloqui, è ciò di cui hanno bisogno. A spiegarcelo sono stati proprio loro: se per divertirsi hanno bisogno di andare su di giri attraverso l’alcol o altro, è per trovare un dialogo che altrove manca. Alcol e droghe diventano per loro spesso un rifugio alla solitudine e alla mancanza di ascolto che trovano in famiglia o in società. Ecco perché ci siamo rivolti al Comune e agli psicologi, che ringraziamo per aver risposto al nostro appello». 

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Chicchetti a due euro, tra Mezzocannone, Banchi Nuovi e San Giovanni Maggiore Pignatelli. Prezzi adattati ai portafogli dei minorenni da tanti gestori - non tutti - senza scrupoli. Poi canne, arrampicate folli sui lampioni o sui palazzi. Da qui partì addirittura il corteo che sfociò nell’incendio di Palazzo San Lucia nell’ottobre del 2020. In questo contesto difficile, la sensibilizzazione di ieri sera non è stata isolata. Come sottolineato dallo stesso don Salvatore, da tempo la parrocchia cerca di comprendere le motivazioni che spingono i ragazzi alla deregulation nelle ore del divertimento. Col supporto degli psicologi, l’aiuto ai giovani è più intenso. «Stasera ho capito che se parlo di più il bisogno di sballarmi diminuisce», sorride Martina. «Penserò a quello che mi hanno detto - aggiunge Luigi - Ubriacarsi tanto non serve a farmi accettare dagli amici». Ecco alcuni dei pensieri dei ragazzi che escono dalla “sala d’ascolto” di San Giovanni Maggiore. «Ho incontrato diverse volte don Salvatore Giugliano negli ultimi mesi - spiega l’assessore Armato - Durante le nostre conversazioni erano emerse le criticità da risolvere per poter affrontare alla radice il problema sociale della malamovida, per poter cercare cioè di offrire ai ragazzi un luogo di confronto e dialogo. Grazie alla vicesindaca e grazie alla disponibilità della professoressa Zurlo, siamo riusciti a rispondere all’appello di don Salvatore, che da tempo cerca di fornire alternative ai ragazzi. Mi auguro che questo sia solo il primo passo per un percorso di sensibilizzazione e accoglienza dei giovani che possa sottrarli all’inquietudine di questi tempi difficili».

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