Capodanno a Napoli: «Abbiamo fatto l’amore, false le accuse di stupro»

Capodanno a Napoli: «Abbiamo fatto l’amore, false le accuse di stupro»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 14 Gennaio 2022, 23:30 - Ultimo agg. 16 Gennaio, 08:07
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Non crede ai suoi occhi, quando si ritrova di fronte alle accuse formalizzate in quell’avviso di garanzia. Violenza sessuale aggravata, roba che - in un regime di codice rosso - rende necessarie verifiche serrate, finanche soluzioni estreme da parte dell’autorità giudiziaria. Piange, si affida alla competenza del suo legale di fiducia, ripercorre con precisione chirurgica tutti i momenti di una notte - quella dello scorso capodanno - destinata in un modo o nell’altro a segnargli la vita per sempre. È accusato di stupro dalla donna con cui - è la sua versione dei fatti - avrebbe avuto due relazioni intime consenzienti: prima di dormire dopo i festeggiamenti della mezzanotte; e, al risveglio, nella mattinata del primo gennaio. Un’accusa corredata da alcuni accertamenti clinici svolti sul corpo della presunta parte offesa, che vanno inquadrati però in uno scenario in cui esistono due versioni dei fatti diametralmente opposte: quella di lei, che parla di violenza sessuale dopo aver perso conoscenza; quella di lui, che racconta di una serata serena, culminata in momenti di intimità tra adulti consenzienti. 

Difeso dai penalisti Francesco Paone e Giorgio Pace, parla un giovane uomo del Vomero, un lavoratore incensurato, da sempre al riparo da indagini giudiziarie, che sa di essere al centro di verifiche della magistratura.

Massima tutela alle garanzie di tutti da parte del pool coordinato dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, si lavora con il bisturi: in questi giorni, l’abitazione del soggetto indagato è stata teatro di un sopralluogo degli agenti del commissariato Vomero. Hanno usato il luminol, hanno perlustrato l’abitazione dove si sarebbero congiunti i due protagonisti di questa vicenda. 

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Torniamo alla notte di capodanno, ci può dire cosa è accaduto?
«Abbiamo cenato in famiglia, perchè mio padre e la madre della donna che oggi mi accusa (una 31enne che vive all’estero) si conoscono. A tavola abbiamo bevuto un po’ tutti, eravamo forse un po’ brilli, ma il clima era sereno e rilassato, tipico di un momento di festa tra amici e parenti».

Poi, cosa è accaduto?
«Dopo i brindisi di mezzanotte, io e lei siamo usciti. Abito al Vomero, abbiamo fatto un giro in scooter, in un clima di assoluta spensieratezza. Siamo andati in un bar al Vomero, dove abbiamo consumato un altro paio di drink a testa. È stato anche in questo caso rilassante, senza alcuna frizione tra noi».

Ricorda la presenza di altre persone accanto a lei e alla sua conoscente? Parliamo di persone che potrebbero aver introdotto sostanze nel bicchiere della donna, dal momento che - è questa una delle ipotesi - ci potrebbe essere stato l’impiego della cosiddetta droga dello stupro. 
«Non abbiamo incontrato altri conoscenti, né eravamo in comitiva, non ricordo circostanze particolari».

Cosa è accaduto dopo la sosta all’interno del bar?
«Siamo tornati in sella allo scooter, eravamo divertiti e compiaciuti della serata, al punto tale che abbiamo avuto anche un piccolo incidente. Stavamo cadendo, ma siamo riusciti a evitare il peggio, appoggiandoci a una parete, senza troppe conseguenze».

Quindi?
«Abbiamo deciso di trascorrere il resto della notte a casa mia. Abbiamo fatto l’amore, è stato un rapporto consenziente, senza alcuna forzatura, senza alcuna costrizione».

Cosa risponde all’ipotesi secondo la quale la donna si sarebbe svegliata nuda in una stanza da letto, in una condizione di ottundimento?
«Non so di cosa stia parlando. Le racconto il resto della giornata. Al nostro risveglio abbiamo consumato un secondo rapporto sessuale, anche in questo caso, senza alcuna forma di violenza. Ricordo che sia mio padre che la madre della donna che mi accusa ci hanno contattato tramite il citofono. Quando lei ha avuto modo di parlare con la madre, sempre al citofono, era serena, ha detto che andava tutto bene e che ci saremmo visti a pranzo. Era tutto sereno, all’inizio siamo rimasti a dormire, poi - dopo il secondo rapporto - siamo andati a pranzo. Anche in questo caso, eravamo assieme ai nostri parenti».

Ha notato qualcosa di strano, a ora di pranzo?
«È stato un pranzo molto rapido perché avevo un turno di lavoro e ho dovuto salutare tutti».

Ripetiamo: in quell’occasione ha notato qualcosa di strano?
«Quando l’ho salutata, era stranita, forse un po’ fredda nei miei confronti, anche se sulle prime non ci ho fatto caso più di tanto». 

Poi?
«Ho ricevuto un sms della madre di questa donna. Mi diceva che “non ci sono parole per descrivere il mio comportamento...”, non riuscivo a capire cosa stesse accadendo. So che sono andate in ospedale per effettuare degli accertamenti, mi è arrivato un avviso di garanzia, accuse che mi fanno terrore. Vivo un incubo».

Cosa ha intenzione di fare?
«Come mi ha spiegato il mio legale, l’avvocato Paone, mi rimetto interamente alle indagini della magistratura, nutro fiducia nelle loro verifiche. Ovviamente, mi riservo di sporgere una denuncia per calunnia nei confronti di chi oggi mi accusa di stupro». 

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