Blitz della Città Metropolitana sulla Provinciale Capri-Anacapri, l'unico nastro d'asfalto che collega i due centri urbani, dove ieri mattina sono iniziati i lavori per il rifacimento di muretti e il taglio di alcuni alberi. L'iniziativa, non concordata con i due Comuni, ha fatto salire la tensione sull'isola, entrata da un paio di settimane nel pieno di una stagione turistica più che promettente. Gli interventi, è scritto in una comunicazione inviata solo ieri mattina dall'ex Provincia, andranno avanti fino al 1 luglio. Allibiti gli amministratori, che si sono trovati davanti a un cantiere mobile e a un semaforo per far procedere il traffico a senso alternato ora che l'isola si ritrova al centro di eventi e matrimoni di personaggi famosi. Carreggiata ridotta e semaforo hanno avuto immediatamente ripercussioni sulla circolazione: il semaforo a senso unico alternato ha provocato un rallentamento generale di veicoli creando lunghissime code nei due sensi, sia nel territorio di Capri che in quello di Anacapri. Un chilometro di strada carrozzabile che unisce i due comuni dove transita di tutto, dai camion che trasportano merci ai taxi che da Anacapri devono raggiungere la Piazzetta o il porto, alle autoambulanze che partono dall'ospedale Capilupi in casi di emergenza. E i lavori sulla strada già ieri hanno provocato ritardi nelle partenze dei bus turistici da e per Anacapri e numerose cancellazioni di prenotazioni dell'escursione turistica. Una richiesta per una convocazione urgente è stata perciò inoltrata al prefetto di Napoli Claudio Palomba dai sindaci Marino Lembo e Franco Cerrotta: si punta alla sospensione dell'attività e allo slittamento dei lavori nei mesi autunnali.
«È stata una vera e propria scorrettezza istituzionale - ha tenuto a sottolineare Cerrotta - arrivare all'improvviso a Capri e dare inizio ai lavori su un'arteria così importante, che conduce all'ospedale e al porto, senza confrontarsi con gli amministratori». Tuona forte anche il presidente di Federalberghi Sergio Gargiulo: «Capri e i capresi sono stanchi di chi prende decisioni sulla loro pelle.