Capri e Ischia, anarchia a bordo di traghetti e aliscafi: scatta il «liberi tutti»

Capri e Ischia, anarchia a bordo di traghetti e aliscafi: scatta il «liberi tutti»
di Massimo Zivelli
Martedì 21 Luglio 2020, 11:00
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«Dove sono i controlli a bordo di navi ed aliscafi che la Capitaneria di Porto di Napoli aveva annunciato di voler predisporre per far rispettare le norme anticovid19?». La domanda corre sui social, dove sempre più turisti ed utenti delle vie del mare postano le loro denunce sul clima di vero e proprio lassismo che si registra sui controlli che dovrebbero essere esercitati in navigazione per tutelare la salute di passeggeri e marittimi in navigazione fra Napoli e le isole.

Le capitanerie di porto di Ischia e Procida hanno diffuso i dati relativi all'ultimo fine settimana secondo i quali sull'isola verde sono sbarcate oltre 31.000 persone in tre giorni mentre a Procida gli sbarchi hanno totalizzato 7.163 unità. Per entrambe le isole la maggioranza degli ospiti arrivati è ripartito entro la domenica: ad Ischia Porto in particolare sono state registrate ben 10.000 persone ripartite nell'ultimo giorno.

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Da quando la Regione ha decretato che a bordo di traghetti ed aliscafi non è più necessario mantenere le distanze di sicurezza nei posti a sedere, pare proprio che nei comportamenti di chi viaggia per mare sia scattato il «liberi tutti»: tanti assembramenti, rigorosamente senza mascherine. Un atteggiamento sempre più diffuso e che l'impegno dei marinai delle unità in navigazione non riesce più a contenere. «Basta che qualche balordo o qualche bastian contrario di professione, nonostante gli appelli e gli inviti del personale di bordo, si rifiuti di indossare la mascherina, che subito scatta il cattivo esempio per tutti gli altri passeggeri - denuncia il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Borrelli - Chiedo alle autorità preposte che non effettuano purtroppo alcun controllo, se sia possibile in un paese normale che i cittadini debbano risolversi le questioni fra di loro». Sono tanti infatti gli episodi poco piacevoli che vengono segnalati dai viaggiatori, in alcuni casi scoppiano alterchi e il rischio di venire alle mani è sempre presente.

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«Mi trovo in questo momento sul traghetto Caremar in partenza per Napoli. Mi sono persa qualcosa forse? Non c'è più obbligo della mascherina nei luoghi chiusi? Perché sono l'unica ad indossarla. Sono andata a richiedere l'intervento del personale di bordo, ma sono francamente avvilita» si leggeva ieri mattina in un post-denuncia visibile sulla pagina Facebook di «Quelli che... amano Ischia», gruppo che conta oltre 10mila followers. «Mi chiedo e chiedo ancora al Comandante della Capitaneria di Porto di Napoli - dice l'europarlamentare Giosi Ferrandino - perché all'annuncio che ha fatto due settimane prima e che io ho avuto modo di leggere, come tutti, sui giornali, non ha poi fatto seguire i fatti concreti. Dove sono gli ispettori della Capitaneria che avrebbero dovuto viaggiare a bordo di traghetti e aliscafi per controllare l'applicazione delle norme di sicurezza e quindi sanzionare gli inadempienti?». Il parlamentare europeo ribadisce che negli spostamenti degli ultimi giorni ha avuto modo di verificare che dovunque in Italia e negli altri paesi, ci sono controlli costanti e severi su aerei e treni e perfino sulle linee metropolitane. «Poi ti imbarchi per Capri, Ischia o Procida e ti accorgi di stare in un altro mondo. Leggo che invece - aggiunge Ferrandino - che amministratori più responsabili come il sindaco di Ponza addirittura hanno vietato gli sbarchi dei diportisti se non sono preventivamente autorizzati». E giù la lista delle cose da fare in via preventiva per evitare che qualche viaggiatore infetto possa scatenare nuovi, pericolosi focolai. «I sindaci dovrebbero preoccuparsi di esigere ai porti di imbarco il ripristino di alcuni elementari accorgimenti come un certo distanziamento fra le persone in fila mentre attendono l'imbarco ed il controllo con termoscanner. Essenziale poi, imporre l'uso della mascherina una volta saliti a bordo» conclude Ferrandino.

Ma assembramenti e totale noncuranza per l'uso di mascherine, rappresentano un grosso problema anche negli altri luoghi del turismo. Sulle spiagge libere, oramai in preda alla peggiore delle deregulation e nei luoghi della movida, l'anarchia comportamentale di singoli e gruppi determina situazioni ben oltre il limite.

Arenili ridotti a veri e propri carnai e baretti e locali notturni all'esterno dei quali ci si accalca e ci si ubriaca fino all'alba. Emblematiche le foto che - ancora una volta sui social mostrano ragazzi che ubriachi si addormentano a terra per strada o sui marciapiede.

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