Capri, gli studiosi: salvate dai vandali la lucertola azzurra

Capri, gli studiosi: salvate dai vandali la lucertola azzurra
di Anna Maria Boniello
Martedì 23 Agosto 2016, 12:45
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Capri. La lucertola azzurra strangolata da un filo di nylon simile ad una lenza, trovata a poche centinaia di metri dalla piazzetta in stato di decomposizione da una giovane studentessa romana di scienze naturali, ha suscitato clamore non solo nel mondo degli ambientalisti e difensori della natura ma anche tra gli isolani e soprattutto nel museo di Palazzo Cerio. Qui è conservata e ancora visibile il primo esemplare di Lacerta Coerulea Faraglionensis che Ignazio Cerio, medico naturalista cui è dedicato il centro, fece oggetto dei suoi studi per rendere nota la sua scoperta della specie nel 1870. E da circa due secoli che l'azzurro abitante del «Faraglione di fuori» è diventata il simbolo dell'isola, della sua bellezza e del suo particolare ecosistema oggi viene aggredito da numerosi agenti esterni, non ultimo gli atti di teppismo.

Dopo Cerio sono stati numerosi studiosi ad occuparsi della lucertola azzurra, la cui particolarità - come scrive è quella di possedere le squame della zona dorsale di colore blu oltremare, e quelle della zona ventrale (gola, ventre e sottocoda) di colore azzurro Sévres con riflessi metallici. Sul caso della lucertola uccisa interviene Antonio Federico, naturalista e consigliere del Centro Ignazio Cerio, autore di vari libri come «Capri Trionfo della Natura», nel quale parla dei rettili e degli anfibi capresi. «Già si sono estinte due specie di rospi che erano presenti sull'isola sino alla fine dell'ottocento, fino a quando le acque sorgive, come quelle di Marucella e Truglio furono incanalate nelle fogne pubbliche. E da allora del rospo non si è trovata più traccia. Mentre per le lucertole azzurre, che ai tempi di cerio dovevano essere un centinaio, oggi probabilmente sono calate di numero anche se il rettile che si trova sul faraglione di fuori e quello di mezzo, è molto prolifico. Gli elementi che determinano il calo della specie vanno ricercati nell'inquinamento atmosferico, acustico, nell'aumento del traffico marittimo che incombe sotto i faraglioni e che va sempre più aumentando, ed anche l'inquinamento luminoso, dovuto ai fari delle imbarcazioni, alle lampare che illuminano le rocce e mettono a rischio la sopravvivenza di questi piccoli animali che abitano sulle pareti rocciose. A queste vanno aggiunte le varie specie di animali, come i gabbiani, che nidificano sui Faraglioni, o quelli di passo come i cormorani.

E anche una specie di topo, che notoriamente si nutre di uova e di piccoli animaletti. Se a tutti questi pericoli aggiungiamo adesso anche l'azione dei vandali, si capisce perché anche la lcuertola rischia di scomparire. Serve perciò una forma di protezione per questi ambienti: non capisco perché monumenti naturali come i Faraglioni e la Grotta Azzurra non vengano dichiarati Patrimonio dell'Umanità e messi sotto la tutela dell'Unesco».
La lucertola azzurra, proprio per la sua rarità ha ispirato artisti e scrittori. «Fu lo stesso Edwin Cerio figlio di Ignazio racconta la professoressa Anna Maria Cataldi Palombi, presidente del Centro Cerio - a scrivere un libricino intitolato Le lucertole blu con cartoncini animati dedicato alla figlia Laetita ed al nipote Fernando. E Norman Douglas venne a Capri la prima volta quando era quindicenne studente ginnasiale dopo aver letto il libro di Eimer Zoologische studien auf Capri. Affascinato da questo animale, arrivo sull'isola e se ne innamorò per sempre scrivendo straordinari libri sul luogo».
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