Carabinieri Napoli, spariti due milioni dalle casse: indagato ex brigadiere

Carabinieri Napoli, spariti due milioni dalle casse: indagato ex brigadiere
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 26 Ottobre 2021, 12:10 - Ultimo agg. 27 Ottobre, 19:37
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Quando hanno tirato le somme non credevano ai loro occhi. Due milioni di euro: a tanto ammonterebbe l'ammanco accertato negli uffici della Ragioneria della caserma dedicata a Salvo D'Acquisto, sede del Comando Legione dell'Arma dei carabinieri. Un solerte dipendente del settore amministrativo, e poii militari che compongono il collegio dei revisori dei conti sono rimasti senza parole, annichiliti, dinanzi alla scoperta. Scattate immediatamente le indagini, ci vuol poco a far cadere i sospetti su un brigadiere che fino a poco tempo fa maneggiava i bilanci interni: il sottufficiale - congedatosi per limiti di età - è ora indagato dalla Procura militare con la gravissima accusa di peculato militare.

La scoperta risale ad alcune settimane fa, ma la notizia trapela soltanto ieri. E solo ora ci si chiede cosa accadesse nelle stanze dell'Economato del Comando Legione carabinieri Campania

Ma come, un uomo che veste la gloriosa divisa, un servitore dello Stato, può essere stato capace di arrivare a tanto? E senza che nessuno se ne accorgesse? Sono questi gli interrogativi sui quali adesso bisogna concentrarsi.

Sebbene non ancora quantificata, in quanto sono ancora in corso accertamenti, la somma sparita dalle casse sarebbe veramente ingente, e comunque nell'ordine di un paio di milioni di euro.

Come detto, la storica caserma dell'Arma di Napoli - la Salvo D'Acquisto - ospita gli uffici della Legione Campania. Nel mirino degli investigatori c'è adesso l'ex sottufficiale che di recente è andato in pensione. A scoprire la sottrazione, che sarebbe avvenuta gradatamente, nell'arco di anni sarebbe stato il militare subentrato nel ruolo rimasto scoperto. Comunque, gli accertamenti sulla quantificazione dell'ammanco sono ancora in corso. A coordinare l'attività investigativa è la Procura Militare che al momento ipotizza il reato di peculato militare.

Gutta cavat lapidem. Seguendo l'aureo principio latino l'indagato, per accaparrarsiuna somma tanto ingente, avrebbe utilizzato la tecnica della goccia: movimentando piccoli ma continui e costanti prelievi per appropriarsi del denaro del ministero della Difesa. Certo, qualche domanda dinanzi a questo scenario che ha dell'incredibile, sorge spontanea. Com'è possibile che nell'arco di più mesi nessuno si sia accorto di nulla? Chi era tenuto a svolgere i controlli, e perché non lo ha fatto? Ed ancora: una operazione tanto capillare ed enorme per la portata del denaro sottratto, può essere opera di una sola persona, di un carabiniere infedele? 

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Sbigottimento, incredulità, mortificazione: sono i sentimenti che prevalgono nei militari dell'Arma dopo aver appresa la notizia. Naturalmente di fronte a questo caso non c'è solo l'inchiesta della magistratura inquirente militare: anche l'Arma ha avviato immediatamente un'indagine interna per fare luce su tutte le zone d'ombra che ancora permangono.

È probabile che il brigadiere sospettato di essere la mente e il braccio che hanno causato gli ingenti ammanchi abbia operato nel modo più semplice e sicuro: senza mai muovere grosse somme, innanzitutto, e senza lasciare traccia, cioè operando bonifici o trasferimenti online. Semplicemente ed efficacemente) il brigadiere - questo è il sospetto - avrebbe sottratto dalla cassaforte della caserma di San Potito piccole somme. Quasi quotidianamente. All'interno dell'ufficio in cui prestava servizio il sottufficiale venivano movimentate anche le risorse economiche destinate all'Ufficio tecnico-logistico. Immediatamente informato del caso il Comando Generale dell'Arma, che ha così disposto l'avvio di un'indagine amministrativa interna e che da Roma sarebbe pronto a inviare a Napoli una commissione ispettiva. Ora, anche per altri profili penali a cominciare dal falso il caso potrebbe essere oggetto anche dell'attenzione della giustizia ordinaria. 

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