Carceri, fuga degli infermieri: pochi e concorsi deserti, il ministero schiera gli Oss

La denuncia del sindacato nursing up: «In Campania 189 professionisti per 6.471 detenuti»

Una cella di Poggioreale
Una cella di Poggioreale
di Gianni Molinari
Domenica 29 Gennaio 2023, 23:30 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 10:01
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Aggressioni, minacce, disagi psicologici, dipendenze, carenza di servizi sanitari e perfino di farmaci, ma a preoccupare è il numero di suicidi, sette in un anno. Il report Infermieri-Carceri di Nursing Up in Campania descrive una situazione difficile e anche dal punto di vista del personale le cose vanno piuttosto male. E il presidente Nursing Up Antonio De Palma lancia l’allarme.

In Campania, seconda regione per numero di popolazione carceraria dopo la Lombardia, si contano 6.471 detenuti tra uomini e donne, mentre il numero di infermieri è inferiore a 200 unità. Un rapporto in disequilibrio che aggrava ancora di più le condizioni drammatiche in cui vivono i reclusi. 

«La popolazione carceraria è decisamente in sovrannumero rispetto agli spazi e soprattutto agli strumenti disponibili, per non parlare del forte clima di disagio psicologico che sta sfociando, sul territorio, nella più grave delle piaghe, ovvero i suicidi» spiega De Palma.

In un anno ci sono stati sette decessi per suicidio «ma sono 64 i tentativi di suicidio sventati solo nel 2022» insiste il presidente Nursing Up.

Quello dei suicidi è un vero e proprio campanello di allarme per le carceri campane, laddove i disagi psicologici sono tra le problematiche all’ordine del giorno che gli infermieri devono affrontare, alle prese con dipendenze, aggressività, minacce. «Una situazione triste, desolante, che va denunciata a gran voce, che penalizza gli infermieri ma soprattutto i detenuti a cui non vengono garantite tutte le condizioni per una corretta tutela della propria salute».

Ma quali sono i numeri degli infermieri rispetto ai detenuti? «Si contano 189 professionisti in Campania, corroborati negli ultimi mesi ma solo in alcune strutture dalla presenza degli Oss (operatori socio sanitari), la cui figura in termini assistenziali è stata riconosciuta e approvata nello scorso luglio da un provvedimento del Ministero della Salute». «La decisione ministeriale – prosegue De Palma - potrebbe sembrare un passo in avanti ma andrebbe analizzato caso per caso, e opportunamente verificato quanti Oss sui 1.500 inseriti in tutta Italia (1.000 di fatto erano già operativi) stanno dando il proprio supporto in Campania. E soprattutto quanti e quali di questi Operatori Socio Sanitari possiedono percorsi di specializzazione che consentono loro di coadiuvare gli infermieri in termini di interventi delicati, come potrebbe essere la necessità di un’iniezione per una reazione allergica o shock da avvelenamento, oppure per una crisi epilettica». 

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Se gli infermieri sono solo 189 e numericamente diminuiti rispetto agli anni precedenti, il numero dei medici è anche inferiore: appena 108. La questione delle assunzioni resta la problematica principale. «I concorsi, se ci sono, vanno deserti e sono pochissimi i colleghi che accettano un incarico nelle carceri, rispetto a qualche dimissione che di fatto è avvenuta per situazioni realisticamente difficili per i nostri colleghi. Ricorrere al personale della sanità pubblica per rimpolpare gli organici, visto che gli infermieri delle carceri dipendono dalle Asl, è complicato poiché già mancano nelle corsie degli ospedali dove si conta una carenza di quasi quattromila unità». Tra le denunce arrivate dagli infermieri nelle carceri campane a Nursing Up «c’è la mancanza di farmaci, segnalata al carcere di Bellizzi Irpino e ritardi nelle consegne e carenze di alcuni medicinali ovunque». 

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