Cardarelli, l'appello del direttore: «Servono 15 nuovi medici per il pronto soccorso»

Cardarelli, l'appello del direttore: «Servono 15 nuovi medici per il pronto soccorso»
Martedì 25 Ottobre 2022, 18:40
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Il grido d'allarme arriva dell'ospedale più grande di Napoli.

«Domani il Cardarelli ospita la discussione nazionale sui problemi del pronto soccorso in tutta Italia. Lavoriamo per migliorare l'emergenza e stiamo facendo scouting nei reparti per trasferire qui alcuni medici, attraverso la premialità per performance»: così all'Ansa Antonio D'Amore, direttore generale insediatosi il 9 agosto, fa il punto sui problemi del pronto soccorso del Cardarelli. «I medici dell'emergenza guadagnano meno dei colleghi perché non possono fare medicina autonoma e affrontano continuamente pazienti gravi. Bisogna affrontare il tema dell'aumento dello stipendio ma intanto abbiamo delle premialità e stiamo compiendo questo percorso in accordo con i sindacati». Sul tema si parlerà domani nel convegno promosso dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) dal titolo Emergenza-Urgenza, criticità attuali e soluzioni a breve e medio-lungo termine.

Un allarme sul pronto soccorso partito molti mesi fa dal Cardarelli di Napoli che ha fatto emergere un nodo nazionale: i medici sull'emergenza sono in netto calo. «Domani sarà un giorno di confronto e di idee dei grandi ospedali, verranno il direttore del Niguarda di Milano, Marco Bosio, Chiara Serpieri, direttore Generale dell'Asl piemontese di Verbano-Cusio-Ossola e Antonio D'Urso, direttore Generale dell'Asl Toscana Sud Est. Metteremo sul tavolo i problemi condivisi e quelli specifici. Da vicepresidente della Fiaso sono contento che si faccia qui, al Cardarelli, perché viviamo questa criticità e dobbiamo trovare una risposta per i pazienti e per i medici dell'emergenza che oltre allo stress rischiano anche aggressioni». Al convegno partecipano Lorena Martini dell'Agenas e Fabio De Iaco, presidente della Simeu.

«La situazione è difficile a livello nazionale, qui possiamo migliorare a partire dall'organizzazione interna. Ma resta l'allarme sui medici nel reparto: un anno fa ce n'erano 35, ora sono 26, 10 sono andati via per non stare più in pronto soccorso. È un problema di contratto su cui serve una risposta nazionale. Stiamo facendo scouting nei reparti, cercando di convicere i medici a venire all'emergenza con delle premialità che abbiamo, oggi servono 15 nuovi medici. Ma è un settore che non ha futuro così: se guardiamo alle borse di studio per questa specializzazione, solo il 30% sono state prese, il 70% rimaste senza pretendenti». Una situazione che il Cardarelli sta cercando di affrontare: «Stiamo programmando interventi di fast track per avere una risposta dagli specialisti che arrivano al pronto soccorso in tempi rapidi, ma servono spazi adeguati. Per ora lo abbiamo attivato sull'ortopedia e presto tocca ai settori di otorino e oculistica. Faremo le linee dirette veloci dal reparto emergenza ai reparti specialistici, ma questo va di pari passo con i percorsi nuovi della struttura. Per fare i lavori dovremmo chiudere il pronto soccorso, cosa che non è possibile pensare ora».

D'Amore riflette sugli enormi numeri del Cardarelli: «Arrivano in media 10 codici rossi al giorno e 55 codici gialli. L'intervento in emergenza si ripercuote su cose meno gravi che dovrebbero essere curate sul territorio. La legge Balduzzi del 2012 partiva dalla riorganizzazione delle cure primarie, partendo dalla de-ospedalizzazione con un rafforzamento dell'assistenza sanitaria sul territorio, ma non è stata applicata del tutto. I fondi del Pnrr servono alla territorialità nella sanità che serve a riddurre di 80-90.000 accessi improri al pronto soccorso. Oggi le necessità assistenziali sono molto cambiate, i pazienti vogliono risposte immediate, cercano sul cellulare i sintomi e si spaventano, ma spesso nella medicina serve approfondire, fare esami per la diagnosi».

Continua la ricerca del personale: «Domani parleremo dell'aumento dello stipendio, guardando anche all'estero.

In Francia, un primario prende il doppio di uno italiano. Negli ultimi mesi abbiamo provato a fare concorsi, abbiamo solo una nuova dottoressa assunta al pronto soccorso. Così non basta».

«Mi avvisarono delle lunghe attese per pagare i ticket. Andammo a controllare ed erano fermi i totem, con una parte del personale “disperso” nella zona. Siamo intervenuti e ora sembra che le lunghe file non ci siano più» aggiunge a margine, tornando sul tema evidenziato venerdì dal presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, che aveva chiesto di snellire le lunghe code all'ospedale partenopeo. «Stiamo presidiando l'area per controllare che tutto funzioni. Gli sportelli diminuiranno con l'avanzare della tecnologia per la prenotazione online, tra poco sul nostro portale nuovo. Sono ripartiti i totem elettronici, da sette mesi rotti, e abbiamo potenziato lo sportello, ma continueremo a sorvegliare l'area. Partiamo con un piano per potenziare la prenotazione nei singoli padiglioni, mettendo casse automatiche nei diversi edifici dell'ospedale. Nei primi tre-quattro mesi utilizzeremo giovani volontari che illustrino il funzionamento delle casse totem, in particolare agli anziani».

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