«Caserme agli studenti a Napoli, ora basta con il caro affitti»

Tende per protesta anche a Napoli, la mossa del sindaco

Anche a Napoli la rivolta contro il caro affitti per studenti fuori sede Ecco la strategia del Comune per cercare di risolvere il problema
Anche a Napoli la rivolta contro il caro affitti per studenti fuori sede Ecco la strategia del Comune per cercare di risolvere il problema
di Luigi Roano
Venerdì 12 Maggio 2023, 23:56 - Ultimo agg. 14 Maggio, 09:37
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Basta deregulation e impegno diretto dello Stato per un Piano casa di livello nazionale perché «la penuria di alloggi per gli studenti è il sintomo che manca un sistema di accoglienza». Insomma, per il sindaco Gaetano Manfredi, la protesta degli studenti, da docente ed ex rettore, pesa.

«Abbiamo uno sterminato patrimonio demaniale, dello Stato, da riutilizzare, penso per esempio alle caserme che potrebbero essere utili anche per fare degli studentati». Manfredi fa un ragionamento largo sull’edilizia: «Negli ultimi venti anni un progressivo processo di regionalizzazione delle politiche sulla casa ha determinato una frammentazione delle stesse, in particolare dell’Edilizia Residenziale Pubblica e un sostanziale disimpegno dello Stato verso politiche urbane integrate» in questo contesto il sindaco cala anche il tema degli studentati. 


«C’è sicuramente - dice il sindaco - il caro alloggi ma il tema della residenzialità universitaria è fondamentale».

Manfredi ricorda che «quando abbiamo costruito il Pnrr, io da ministro introdussi un finanziamento straordinario per gli studentati che poi ha avuto difficoltà nell’attuazione da parte del Governo per una serie di vincoli».

 

Le competenze sugli studentati sono dello Stato e della Regione però il sindaco non si tira fuori: «Il Comune ha dato all’Adisurc, l’Azienda per il diritto allo studio, due immobili: l’ex residenza del Policlinico abbandonata che consentirebbe una residenzialità di oltre 100 posti e Sant’Eligio per la realizzazione anche di spazi studio. Noi quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto e stiamo partecipando al tavolo promosso dal ministro Bernini per favorire la realizzazione di residenze mettendo a disposizione spazi del patrimonio comunale che sono stati già individuati e ci auguriamo che i progetti, che già ci sono, siano finanziati rapidamente e che vadano a buon fine».Dalla Regione rivendicano questo lavoro che riguarda, a Napoli, Casa Miranda, l’Ostello Mergellina, l’Istituto pontificio al complesso di Santa Chiara, la residenza Tommaso De Amicis e l’ex arsenale di via Campegna. 

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Sul tema alloggi l’ex rettore è drastico e si rivolge allo Stato: «Ci vuole - spiega - una politica della casa che è fatta di vari aspetti: bisogna proteggere la residenzialità e pertanto bisogna evitare che ci sia un sistema concorrenziale deregolato che è quello delle case vacanze che, avendo una rendita molto elevata, non ha alcuna possibilità di competere né con la residenza ordinaria né con quella studentesca e analogamente bisogna ricominciare a fare un piano di edilizia convenzionata di livello nazionale».

Il primo cittadino sottolinea che «non si costruiscono case da anni e farlo non significa cementificazione ma si possono riconvertire spazi abbandonati, aree dismesse. C’è bisogno di case e soprattutto di case sul mercato convenzionato che consenta alle giovani coppie, alle persone più fragili dal punto di vista della capacità economica di poter avere una casa». Regolare ciò che è derogalato mette a rischio, per il sindaco anche la stessa identità del centro storico e dunque della città servono, nella sostanza, regole nazionali.

Manfredi mette nel mirino gli affitti brevi «perché c’è un meccanismo completamente deregolato che espelle dai centri di tutte le grandi città i residenti, fa lievitare con una bolla immobiliare il valore degli immobili e crea un sistema distorto. Non è possibile che non ci siano vincoli e limitazioni e come Comune non abbiamo alcun potere. Ci sono decine e decine di B&b e case vacanze nelle mani di poche persone». Da qui la sottolineatura della necessità di «una legge nazionale anche per impedire l’apertura di un numero eccessivo di queste strutture o per la limitazione nel tempo dell’uso di casa vacanze che oggi sono veri e propri alberghi diffusi, così come serve una legge nazionale anche per regolare l’apertura di negozi per evitare l’eccessiva concentrazione di attività di food che espellono dai centri storici i negozi storici». 

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