Caro affitti, studenti in tenda anche a Napoli: «Basta calpestare i nostri diritti»

Uno studente in tenda
Uno studente in tenda
di Alessio Liberini
Venerdì 12 Maggio 2023, 19:27 - Ultimo agg. 21:06
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Affitti esorbitanti, utenze alle stelle, contratti in nero e residenze universitarie quasi del tutto inesistenti. Anche a Napoli scatta la “protesta delle tende” che negli ultimi giorni sta coinvolgendo, a macchia d’olio, gran parte degli atenei italiani. Gli studenti, stremati dalle milleuno difficoltà a cui vanno incontro per cercare un alloggio, denunciano l’ingente aumento degli affitti che nel capoluogo campano, a fronte del vertiginoso incremento del mercato turistico, sta pian piano cacciando via dal centro storico cittadini e studenti fuorisede.

Così questa mattina decine tra studenti e studentesse del collettivo autorganizzato universitario hanno allestito un vero e proprio campeggio all’interno della facoltà di Porta di Massa della Federico II, accampandosi in tre igloo montati nell’atrio della sede del Dipartimento federiciano per gli Studi Umanistici. 

«La casa è un diritto l’affitto è una rapina!» recita il testo di uno striscione issato al di sopra delle tende dagli studenti che tra caro affitti, speculazione abitativa e gentrificazione vedono il proprio diritto allo studio quotidianamente calpestato.

 

Un mix letale che, in alcuni casi, scoraggia persino i ragazzi ad iscriversi all’Università: «La precarietà abitativa – racconta Marilù, portavoce del collettivo autorganizzato universitario – è fonte di un enorme disagio psicologico che si tramuta in incertezza rispetto alla propria condizione di studente.

Se confrontiamo i dati degli atenei, specialmente quelli al Sud, vediamo che c’è stato un forte calo di iscrizioni rispetto allo scorso anno proprio perché è difficile trovare casa».

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Chi invece riesce a trovare una sistemazione è costretto a far fronte a delle spese spropositate. Anche visti i noti rincari degli ultimi tempi. Ne sa qualcosa Federica Gallo, 23enne molisana, che 5 anni fa si è trasferita a Napoli per studiare Relazioni internazionali all’Università L’Orientale: «Il costo della vita è aumentato abissalmente – racconta amareggiata – oggi pago 300 euro al mese di affitto a cui si aggiungono però delle bollette esorbitanti, aumentate a livelli disumani. L’ultima che ho pagato, per il gas, ammontava a circa 300 euro». «Questa – chiarisce Federica – è una situazione assurda che purtroppo vivono quasi tutti gli studenti fuori sede qui a Napoli, nonostante sia ancora tra le città universitarie più economiche del Paese se pensiamo a realtà come Milano dove il solo costo dell’affitto arriva anche ad 800 euro».

Ragion per cui per tanti studenti fuori sede è diventato praticamente obbligatorio dover cercarsi un lavoro (che nella maggioranza delle volte risulta essere a nero e sottopagato). Togliendo, difatti, tempo allo studio per sostenere le ingenti spese da dover affrontare anche se magari si vive in un alloggio angusto e senza finestre. Alessia Settembre, studentessa 24enne di Scienze Politiche alla Federico II originaria del Salernitano, si è rimboccata le maniche per anni prima che scoppiasse la pandemia, «quando i prezzi potevano ancora essere abbordabili», ed ora è invece costretta a fare tutti i giorni la pendolare tra Napoli e Castel San Giorgio. «Prima del Covid – ricorda Alessia – pagavo 250 euro, senza alcun tipo di utenza, per una casa che tra l'altro non aveva nessun tipo di luce naturale tanto che ho avuto anche un problema di sensibilità agli occhi dal momento che ero costretta sempre a tenere le luci accese. Quando le università sono state poi riaperte, dopo il lockdown, gli affitti si sono persino triplicati mentre tante case sono state convertite in bed and breakfast e gli appartamenti per gli studenti si sono del tutto dimezzati».

Un disagio che Carlo Fiorillo, 24enne di Pianura, conosce molto bene dal momento che ha dovuto scegliere la vita da fuori sede per conciliare il suo lavoro da barista con gli studi in Lingue: «Visti i prezzi schizzati alle stelle – racconta lo studente - ho dovuto attendere addirittura sette mesi per riuscire a trovare una sistemazione che si possa definire decente. Solo però dopo mesi di ricerche e proposte assurde in bassi sgangherati, senza finestre, che senza uno straccio di contratto proponevano ai ragazzi dei tuguri anche per 400euro al mese, con utenze escluse chiaramente».

Nel corso del pacifico sit-in degli studenti a Porta di Massa, si è registrato anche un breve momento di tensione. Quando sul posto è giunto il rettore dell’Università Federico II, Matteo Loirto, contestato di sana pianta dai ragazzi che denunciano ogni giorno il problema del caro affitti a Napoli ormai dal mese di settembre 2022. «I ragazzi hanno drammaticamente ragione - ha spiegato il rettore federiciano - non solo a Napoli ma soprattutto a Napoli, che nel contesto nazionale è forse la città con il rapporto peggiore tra numero di studenti e numero di posti in alloggi a prezzo controllato. C'è a Napoli il combinato disposto dell'utilizzo delle strutture private per i b&b, che sono sacrosanti perché Napoli è piena di turisti, e il fatto che non abbiamo studentati».

«Bisogna continuare a spingere in questo senso - ha ribadito Lorito ricordando che - già un anno e mezzo fa siamo partiti con 5 progetti per studentati, progetti che non si facevano da 20 anni. Stiamo aspettando il risultato della legge 338 e abbiamo bisogno che questo risultato venga fuori». «Dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca abbiamo avuto la promessa che i progetti che non dovessero essere finanziati saranno finanziati dalla Regione» ha poi aggiunto il rettore prima di andare via a seguito della contestazione studentesca.

«La cosa allucinante – precisa Marta Di Giacomo, portavoce del collettivo autorganizzato universitario, motivando la contestazione nei confronti del rettore – è che durante una protesta studentesca all’interno della sua Università viene a parlare con i giornalisti senza neanche interfacciarsi con i ragazzi per capire cosa chiedono. Ci ha portato la sua solidarietà senza però assumersi la responsabilità di realizzare azioni concrete per favorire il diritto allo studio all’interno dell’Università. Diritto che sicuramente comprende la questione dell’affitto ma ci sono anche tante altre cose: ci sono le tasse universitarie che alla Federico II sono aumentate negli ultimi anni, il tema dei fuoricorso che in Italia, visiti i numerosi suicidi a cui abbiamo assistito, rappresenta un vero e proprio dramma. Poi ci sono anche le condizioni stesse dei luoghi dell’Università dove ci sono numerose strutture del tutto fatiscenti: non capiamo quindi come il rettore possa essere così tranquillo in merito al tema degli studentati quando le criticità sono, purtroppo, molteplici».

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