Caro benzina, i pendolari di Napoli: «Noi lavoratori con le auto, ora i conti non tornano più»

Caro benzina, i pendolari di Napoli: «Noi lavoratori con le auto, ora i conti non tornano più»
di Gennaro Di Biase
Martedì 15 Marzo 2022, 07:03 - Ultimo agg. 16:23
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Le mire imperialistiche di Putin gravano anche sulle vite dei pendolari napoletani. Dipendenti pubblici, agenti sanitari, ambulanze, tassisti, camionisti, lavoratori della logistica: i costi sono lievitati per tutti. Se il Covid aveva già allargato la forbice tra ricchi e poveri, il conflitto tra Ucraina e Russia ha fatto peggio. In più, da sempre, guerra e speculazione vanno a braccetto. Secondo la Faib (Federazione autonoma italiana benzinai), «le maggiori compagnie petrolifere stanno aumentando i costi di benzina e gasolio senza una ragione reale». Allarme su cui è intervenuto anche il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che ha parlato di «una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini. Stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato. La crescita - ha detto - non è correlata alla realtà dei fatti: è una spirale speculativa su cui guadagnano in pochi». Sono stati 70mila i tir che, dopo lo sciopero annunciato ma fermato dalla Commissione di garanzia, ieri non sono partiti per protesta contro il caro carburanti. 5mila di questi, sono rimasti fermi solo in Campania. 

Ecco le storie quotidiane dei lavoratori bersagliati dalle stangate di questa guerra anche energetica. Dino Moio, classe '82, sposato con due figlie piccole, è un dipendente pubblico che si muove ogni mattina dalla sua casa di Grumo Nevano fino a piazza Municipio: «Consideri che io giro in scooter, e faccio circa 800 chilometri al mese - racconta - Prima del caro benzina, in media spendevo meno di 10 euro a settimana, circa 40 in un mese, dunque. Adesso pago quasi il doppio: il pieno da 8 è passato a 12 euro e non copre una settimana di lavoro. In una proiezione annua, in pratica, passerei da una spesa di inferiore a 500 euro a un costo di circa 850 euro. Se il prezzo sale ancora sforerei i 900 euro». Una spesa di quasi 400 in più euro all'anno, insomma, che si aggiunge al caro bolletta: «Dalla fine del 2021 - prosegue Moio - Per l'elettricità sfioriamo i 100 euro di aumenti al bimestre». La guerra energetica, in altre parole, tra caro benzina e consumi domestici, costa in proiezione 1000 euro annui per una famiglia tipo del ceto medio partenopeo. Valerio Caldovino, 39 anni, lavora come rappresentante di prodotti sanitari nelle cliniche di tutta la Campania. Parte da Chiaiano ogni giorno per raggiungere il suo ufficio a Somma Vesuviana: «Faccio 60 chilometri, di mattina, se vado solo in ufficio, a un massimo di 200 se mi spingo fino ad Avellino o Benevento - dice - In media percorro 500 chilometri a settimana, con un'auto a gasolio.

Prima della crisi, con 20 euro riuscivo a coprire una giornata, e spendevo circa 80 euro per 4 rifornimenti ogni sette giorni. Nell'ultima settimana, invece, ho speso 120 euro per 3 rifornimenti. I rimborsi aziendali non tengono conto degli aumenti, ma sono basati su vecchie tariffe». 

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Come il virus, anche la guerra ha già tagliato il tempo in un prima e un dopo. Nelle scorse settimane abbiamo dato voce a ristoratori e baristi vittime delle stangate del caro bolletta. Ma sono tanti i mestieri legati al carburante. Massimo Izzo fa il corriere per un laboratorio di analisi nella zona ospedaliera. Ritira campioni da strutture in giro per la Campania e li porta a Napoli, dove vengono processati. «Mi muovo a Gpl - racconta - Il gas oggi costa 88 centesimi al litro, prima della guerra 75. Percorro 380 chilometri il lunedì e il giovedì, gli altri giorni della settimana 250. Un pieno mi costava 17 euro. Ora 27. Insomma, i costi sono aumentati per centinaia di euro a settimana. Con la benzina ho lavorato solo nei primissimi giorni del conflitto, ma ho smesso subito: le cifre sarebbero state esorbitanti». Discorso analogo vale per i tassisti, che invocano un sostegno del governo. Franco Sermon aspetta un cliente in piazza Garibaldi: «Faccio circa 70 km al giorno - osserva - Da 1,3 euro la benzina è salita a 2,50 al litro. A gennaio spendevo 15 euro di benzina al giorno, oggi ce ne vogliono almeno 25. Da 50 euro di guadagno, ora ne faccio 35. Non è aumentata solo la benzina, ma anche le pasticche e l'olio. Tutto questo, poi, arriva dopo la pandemia. Non ci eravamo ancora risollevati dal Covid». Carmine Abbate fa il muratore, e si sposta da una casa da ristrutturare all'altra. «Mettere 10 euro nel serbatoio è come non mettere niente. - sospira - Ogni settimana dovrò spendere 150 euro in più solo di spostamenti per la benzina». 

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