«Dopo un anno di agonia la panificazione campana è morta grazie allo Stato», e ancora «Vergogna! Lo Stato ci ha messo in condizione di chiudere le nostre attività commerciali e di artigianato. Chiuderemo tutti per fame», sono questi i messaggi affissi sui camioncini dei panificatori campani che hanno occupato piazza del Plebiscito.
Una forma di protesta che parte dagli operatori di categoria - aderenti a Unipan Confcommercio Campania - messi in ginocchio dal caro-bollette.
Un annuncio provocatorio che oltre a coinvolgere i panificatori presenti, allarga il suo raggio anche alle famiglie degli stessi operatori e, naturalmente, ai loro dipendenti. Il corteo - che da via Argine è arrivato in piazza del Plebiscito - era stato annunciato nei giorni scorsi da il presidente di Unipan Confcommercio Campania, Domenico Filosa, anche lui presente alla manifestazione: «Siamo stanchi, è un anno che siamo vittime di questa speculazione del caro-bollette. Non ce la facciamo più. Sono già tanti i forni che hanno chiuso, e oggi siamo scesi in piazza per dire che stiamo chiudendo - continua Filosa - La politica si prenda le sue responsabilità perché la storia ci insegna che quando viene a mancare il pane sulle tavole, iniziano le rivoluzioni».
L'aumento vertiginoso delle bollette sta trasformando il pane in un bene di lusso: «Noi facciamo il pane per il popolo non per i ricchi», denuncia il presidente di Unipan Campania. Di questo passo «saremo costretti ad aumentare il prezzo del pane che raggiungerà un costo insostenibile per i consumatori. Da bene di prima necessità, diventerà un bene di lusso», sottolinea Antonio Rescigno, panificatore del Panificio Rescigno a Pozzuoli, che lancia l'allarme: «Con le attuali bollette saremo costretti ad aumentare il prezzo del pane che raggiungerà il costo di 7-8 euro al chilo. Una spesa insostenibile per il popolo». «Ed è anche per il popolo che oggi siamo scesi in piazza», è il messaggio forte, e d'impatto, che è stato tradotto subito in azione: i manifestanti hanno iniziato a distribuire gratuitamente il pane ai passanti: «Oggi lo regaliamo per chi non se lo può permettere», spiegano mentre portano il pane tra i cittadini e gli stranieri che incontrano lungo la strada. Ceste ricche di quell'alimento, considerato di prima necessità, e tanto amato soprattutto a Napoli.
Anche il giovane Pasquale Caliendo è tra i tanti panificatori scesi in piazza per far sentire forte la sua voce colma di rabbia, risentimento, ma anche tormento ed apprensione per il futuro: «Nel mese di agosto, quando abbiamo lavorato solo il 30%, abbiamo pagato 10mila euro. Figuriamoci a settembre quanto pagheremo. Qui la maggior parte di noi ha 30 anni, e non è vero quando dicono che non vogliamo lavorare: siete voi che non ci fate lavorare», conclude Pasquale riferendosi al governo: «Lo Stato si nasconde, lo Stato non c'è».
Viene evidenziato più volte che le attuali bollette sono aumentate del 700-800%: «La bolletta della luce da 1000 euro è arrivata a costare 7000 euro. Lo stesso per il gas», denuncia Roscigno. «Tutti i commercianti si trovano nella stessa situazione, è diventata esperante. Come possiamo pagare 7-8mila euro di luce? Come le sosteniamo queste spese? È impossibile». Il loro appello è rivolto al governo, si chiedono azioni concrete: «Anche il credito d'imposta è una presa in giro perché se le bollette sono aumentate del 700%, e il credito d'imposta è fissato al 20-30%, a cosa mi serve?».
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