Caronte non abita più qui: la grotta in rovina da tre anni

Caronte non abita più qui: la grotta in rovina da tre anni
di Pasquale Guardascione
Giovedì 8 Febbraio 2018, 10:16 - Ultimo agg. 10:24
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POZZUOLI - E siamo al terzo anno. La grotta Bagno della Sibilla sulla sponda occidentale del lago d'Averno è chiusa ai visitatori e dimenticata. Inutili appelli, mobilitazioni. Il sito archeologico citato da Virgilio nel sesto libro dell'Eneide è interdetto alle visite da quando Carlo Santillo, accompagnatore storico della grotta soprannominato Caronte, accusato qualche acciacco di vecchiaia, è andato in pensione.

I rifiuti di ogni genere, preservativi inclusi, lungo il sentiero ormai impraticabile sono saliti di spessore e livello dalla fine del 2014. Il posto dei turisti l'hanno preso le coppiette. Testimonianze del continuo passare di innamorati sono i fazzoletti, i preservativi che ormai formano una vera e propria discarica del sesso.

«E' un vero peccato che la grotta sia ridotta in questo stato» dice Giona che ricorda come il sito fosse sede di spettacoli teatrali. Per la sua suggestione era un sito di grande attrattiva molto richiesto e visitato sia da turisti italiani che stranieri negli anni. Oggi però chi arriva assiste al triste scenario di degrado e abbandono e fa immediatamente marcia indietro. La scavarono i romani, un camminamento militare, una via di fuga. Oggi un budello costeggiato da anfratti. Si trova in una proprietà privata e la soprintendenza ai beni archeologici aveva condizionato le visite in base alla disponibilità offerta dal proprietario del fondo.
 
Il signor Santillo oltre ad esserne stato il custode, per anni a proprie spese si è occupato anche degli interventi di manutenzione. La sua famiglia cura il sito dal 1800. Prima fu il capostipite Lorenzo Del Giudice che ebbe sette figlie, una andata in sposa al nonno del signor Santillo.

«Allora la strada che da Lucrino portava alla grotta era ammantata di brecciolino e il nonno del signor Carlo Santillo che, poi, divenne custode della grotta si prendeva cura spianando e bagnando il terreno per evitare che al passaggio delle carrozze si levasse polvere che potesse infastidire i turisti», racconta Antonio, un anziano quasi novantenne residente del lago d'Averno. Poi, fu la volta del padre Alessandro e dal 1946 il signor Carlo iniziò ad aiutare il padre, nonostante fosse anche impiegato alle poste, cosa che ha fatto, poi, a tempo pieno dal 1995.

La grotta fu scoperta durante gli scavi archeologici promossi dai Borbone nel 1750. Duecentoquaranta metri ed un corso d'acqua sotterraneo che, nell'800, si poteva passare solo guadando sulle spalle di una guida. Questo fino al 1930. Lo zar di Russia Nicola II°, l'ultimo zar di Russia, si sarebbe accomodato sulle spalle del nonno di Carlo Santillo, il penultimo Caronte che doveva incontrare. «Troviamo davvero indecoroso che da tre anni la grotta della Sibilla sia abbandonata a se stessa per un mix devastante di burocrazia e la mancanza di amore per un territorio ricco di storia come i Campi Flegrei - dichiara il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli - questo scempio è inaccettabile e noi diciamo basta a tutto questo. Ci mobiliteremo a tutti i livelli, compresa la regione Campania per fermare questa vergogna, anche attraverso un'interrogazione e ottenere una gestione chiara e corretta di questo bene che si trova in uno scenario mitologico così importante». Annunciata una manifestazione pubblica subito dopo le elezioni.

 
 
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